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“SCHEGGE DI VETRO”

Scrutavo, in fondo all’anima
e sorprendevo lo sguardo sornione
di un grosso cane bianco,
che dimenava la coda
la sua lunga coda.
Ora, non sento altro che il vento sbattere
alle finestre della mia anima,
fragore di schegge di vetro
trasportate qua e là,
ad ogni angolo di questo cuore infranto.
Sono ormai troppo stanco, per ricomporre
pezzi di questa canzone stonata,
schegge di vetro
che il vento nasconde negli angoli più bui.
Solo il vento insistentemente
sbatte contro finestre infrante.
Mai chiuse mai aperte
a ricordarmi
che sono sempre lì
con le loro frasi senza tempo;
ma quel grosso cane bianco
dalla lunga coda
se n’è andato da tempo
non è che un ricordo.

Enrico Savoldi

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