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NEL CAMPO DI FRUMENTO

Ti mettevano, o meglio, ti piantavano nel bel mezzo di un campo di frumento, addetto a tenere lontani passeri e corvi tra le spighe dorate accarezzate dal vento. Un lavoro stagionale nelle estati baciate dal sole. E quello era il tuo lavoro, null’altro; con indosso due stracci colorati e la paglia che ti usciva dal colletto della giacca sdrucita. Deriso da tutti, persino dai bambini che ti segnavano a vista e questo eri di giorno…

Ma la notte quando il mio assassino mi ha colpito alle spalle fuggendo verso il frumento e di colpo si è imbattuto in te illuminato dalla luna, non credo credesse di trovarsi di fronte a uno spaventapasseri a giudicare. Dissero, dai suoi occhi sbarrati e dalle mani che stringevano serrate spighe dorate come fossero pinze… che si era fermato ai tuoi piedi e con lui il suo cuore; non saprò mai cos’abbia creduto di aver di fronte, qualunque cosa probabilmente ma non certo uno spaventapasseri addormentato al chiar di luna.
Enrico Savoldi

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