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LILIAN E ZIO MARTIN, ZIO MARTIN E LILIAN

Lilian era una bimba problematica, astrusa da tutto e da tutti, tenebrosa persino, a tratti imperscrutabile, almeno così la vedevano i suoi giovani genitori che la sentivano fredda, distante da loro e dai suoi e sue coetanee. Una bellissima bambina di nove anni che suscitava disagio e preoccupazione anche nei suoi educatori e precettori…


Dal canto suo lei, Lilian, non avvertiva nulla di tutto questo, semplicemente si sentiva superiore, tutto qui e nemmeno lo nascondeva, pensava in modo trasparente che non ci fosse nulla da imparare o condividere con gli altri, ne gli stupidi giochi di bambole delle altre bambine o le chiacchiere noiose dei maschietti e primi tra tutti i suoi genitori e i suoi nonni.

Solo una persona al mondo era degna di attenzione per lei, vale a dire il fratello di suo padre, zio Martin che lei amava chiamare Marty. Tra loro si era instaurato qualcosa di indefinibile; una connessione nata fin dai primi mesi di Lilian e consolidata col passare degli anni in un rapporto di simbiosi tra i due, dove pareva che l’età maggiore di Martin o quella prematura di Lilian non fossero un limite, un impedimento ma parevano legarli indissolubilmente in un’unica persona, al di là del tempo.

Martin, del resto era un giovane uomo di trent’anni, del tutto ordinario, lontano dall’eleganza ricercata del fratello o dalla stravaganza della cognata; un bel ragazzo certo, ma di una sciattoneria indescrivibile, senza lavoro fisso, eppure di un fascino senza tempo.


Ma cosa legava Lilian e Marty cosi profondamente? Non appena lui entrava nel vialetto della loro casa la piccola sembrava percepire prima il suo arrivo. Era capace di attenderlo silenziosamente nella sua cameretta, come, invece, di scendere le scale come un felino e saltargli abbracciata al collo.

Dall’esterno gli osservatori si ponevano inquietanti domande; era un legame fisico, poteva chiamarsi amore, affetto profondo, che tipo di legame era? Niente di tutto questo, niente di ciò che pensavano. Il loro rapporto trascendeva da ciò che era, per gli altri ordinario o straordinario. Andava ben oltre, era qualcosa di altamente empatico, telepatico persino che li legava anche a distanza, come un alone di energia che escludeva chiunque provasse a intervenire…

Ma ora erano sei mesi che Martin non si faceva vivo. Lui abitava isolato in un sobborgo periferico e la sua assenza inquietava profondamente la piccola Lilian, la stessa inquietudine che assaliva lui, ovunque si trovasse. La piccola non appariva disperata, per nulla… ma l’interrogatorio nei confronti dei genitori aveva avuto inizio. Lei li convocò nella sua camera, dette un pugno sulla tastiera di quello stupido pianoforte e cominciò a incalzarli.

Dov’è zio Marty, voglio la verità, ora! Ho letto e sentito di quell’uomo finito in pasto ai cani. Cos’ha a che fare Marty con questa cosa?? _ beh, zio Martin sta bene, se è quello che chiedi _ abbozzò timidamente sua madre, _ questo lo so bene, Marty quei cani li avrebbe tenuti a bada con uno sguardo e anch’io, sono solo bestiacce. – Vi ho chiesto dov’è zio Marty!


Il padre allora, completamente disarmato, come se si trovasse di fronte a un plotone di esecuzione, versò alla figlia la verità come una brocca d’acqua… _ sì, è giusto che tu sappia tesoro, è stato zio Marty che ha rinchiuso quell’uomo in pasto ai cani e poi si è consegnato alle autorità; tesoro mio, continuò il padre _ devi dimenticarti di lui, ricordalo come era, forse è impazzito, forse non lo rivedrai mai più _ e comunque, aggiunse la madre, zio Martin è un mostro perché prima di spingere quell’uomo in gabbia l’aveva aggredito in modo brutale, è cattivo e tu ti sei liberata per sempre di lui, ora ci siamo noi con te, piccola mia, bambina mia…

Lilian osservò con compassione entrambi e poi scoppiò in una risata: _ che stupidi siete, se non verrà andrò io da lui e molto presto, non resteremo lontani _ e concluse in modo quieto e rilassato…. _ e quanto a quell’imbecille finito in bocca ai cani, certamente doveva essere una persona profondamente disgustosa e deplorevole se zio Marty ha fatto ciò che ha fatto… _ quindi si alzò, scese le scale e scomparve in giardino.

I genitori la videro andarsene per la prima volta come fosse una strega… Ma lei era quattro volte più in alto di quel che era una strega, era immensamente superiore, terribilmente più in alto, o drammaticamente più in basso….

Ma per Lilian quest’ultima nota era ormai del tutto t r a s c e n d e n t a l e.
Enrico Savoldi

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