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L’INDIA NON TI CAMBIA, TI TOGLIE LA SABBIA DAGLI OCCHI (2^PARTE)

Ci sono posti che sono affascinanti, silenziosi caldi e misteriosi come il deserto, immenso senza fine, che ti affascina al tramonto e all’alba, dove dormi sotto le stelle e ti senti protetto tra le sue dune, e la mattina ti lavi al pozzo insieme a loro, diventando uno di loro e li incuriositi nel vedere uno straniero che non ha paura di quella terra e le sue tradizioni, delle loro abitudini, qualvolta incomprensibili. 

Quando il sole è alto incominci a sudare il caldo è soffocante ti secca la gola, l’acqua scorre, la gente del deserto si risveglia, vedi sari colorati indossati con eleganza da donne che portano brocche d’acqua sulla testa, una, due, anche tre tutte insieme senza perdere equilibrio e la loro elegante camminata, sono come dei colori in quadro bianco e nero. 

Le strade deserte della notte si rianimano, la gente popola i cigli, urlano, suonano il clacson, urinano per strada, vacche libere che bloccano la strada, molte volte valgono più di loro, le donne che portano pesi enormi sulla testa e allo stesso tempo in braccio tengono i loro piccoli, per le strade baraccopoli che fanno da rifugio ad autisti, dove la gente mangia, dorme, chiacchera e sorseggia il tea su delle reti, mentre in un angolo le chapati vanno fate sfornare e calde accompagnano cibi speziati e colorati.  Orde di turisti che fanno la fila per salire su un elefante, venditori che li assalgono come iene, da ogni angolo vendendo loro l’impossibile, procacciatori di soldi di rupie, bambini che vendono il loro sorriso si spogliano della loro dignità, dei loro sogni solo per il dio denaro. 

Questa è l’India che non fa per me a cui cerco di stare lontano ma fa parte del quadro. 

Cammini per le vie, ti ci perdi, bambini semi nudi che si rincorrono che giocano con l’acqua, con i pezzi di giornali vedi in loro un velo di tristezza, ti inginocchi per guardarli negli occhi e dai loro quello che ti rimane del tuo mangiare, ti sorridono, e quando hanno il bottino tra le mani scappano impauriti che tutto sia finto. 

Alcuni sono così neri che non sai se è il colore della loro pelle o sporcizia e non sai dove finisce una e inizia l’altra, vorrei non essere testimone di certi momenti, ma fanno del mio viaggio. 

Le strade, le autostrade sono dei propri villaggi a cielo aperto, animali e persone che attraversano la strada all’improvviso e tu devi essere scaltro ad evitarli, e quando ti fermi ad un baracchino a bere dell’acqua sporca che ti spacciano come caffè e mangi dei biscotti friabili ma umidicci che al ns palato sembrano divini. 

CONTINUA – 3 PARTE

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