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L’arte del masterizzare

Bentornati! Dopo avervi parlato dei supporti ottici esistenti, affronteremo il tema della masterizzazione. Cosa s’intende? La scrittura di dati su supporti di memoria ottica tramite masterizzatore.
Prima di tutto è indispensabile sapere che i supporti ottici sono scritti (la membrana metallica è incisa) da laser.
Come si crea un disco ottico?
Esistono più modalità: una di queste è “la copia al volo”, formata cioè due unità ottiche (sorgente e masterizzatore), e dove la masterizzazione viene realizzata senza salvare alcun dato sul pc. Per produrre una copia al volo è indispensabile possedere un computer abbastanza veloce, senza troppe operazioni in corso nello stesso momento, per garantire la stabilità del flusso di dati in copia.
Il processo da noi consigliato, tuttavia, è quello tramite ISO, nel quale la masterizzazione avviene in seguito alla realizzazione di un’immagine (ISO), salvata sul disco fisso del pc, che, gradualmente, è incisa su disco vergine. Dopo la masterizzazione, la ISO è solitamente cancellata dal software di masterizzazione onde evitare di occupare troppo spazio in memoria. E’ possibile conservarla nel caso si vogliano produrre molteplici copie.
La procedura inizia con l’inserimento del disco ottico nel masterizzatore, che controlla se il disco è vuoto o meno; successivamente viene selezionata la tipologia di disco, e tramite uno dei due processi sopra riportati, ha inizio l’operazione di scrittura che termina con il 100%.
Come riconoscere a occhio nudo un disco masterizzato? Osservando il retro del disco con attenzione è possibile visualizzare il lato inciso, direzionando lo sguardo dal centro all’esterno. Si nota un cerchio concentrico, più opaco rispetto a quello del disco vergine, a causa di una rifrazione ottica.
La composizione della scrittura su disco si articola in:
SESSIONI = i dati sono scritti in sessioni, ogni sessione è compresa tra il LEAD-IN e LEAD-OUT. Per quanto riguarda i CD musicali, le tracce (cioè brani divisi) possono essere un massimo di novantanove. Esistono i dischi multisessione: le aree di LEAD-IN contengono anche l’indirizzo della parte finale e il LEAD-OUT è scritto solo al termine dello spazio sul disco.
TABELLA DEI CONTENUTI (TdC) = è posizionata nell’area iniziale del disco e ha la
stessa funzione di una tabella delle partizioni di un Hard disk. La sua funzione è di
individuare tempestivamente le posizioni di memoria sul disco. E’ una sorta di riassunto e
mappa dei contenuti del disco.
LEAD-IN = si trova nella parte iniziale del supporto, contiene la TdC e l’indirizzo di memoria del prossimo spazio libero.
TRACCIA = è la continuazione di scrittura di settori sul disco, ossia il vero e proprio contenuto (audio, video, musica, immagine, documenti ecc.).
LEAD-OUT = si trova nella parte finale del disco ed è scritta al termine della sessione del disco. Solitamente il primo LEAD-OUT occupa 13 mega mentre ogni settore di LEAD-OUT successivo occupa circa 4 mega.
Come funziona il laser che incide il disco? Il laser attraversa una serie di specchi, lenti e un prisma semiriflettente, rimbalza sulla superficie inferiore del disco ottico e giunge, infine, su una matrice di fotodiodi che converte il flusso ottico in dati digitali. L’informazione di un supporto ottico è codificata incidendo lo strato di alluminio con dei microscopici solchi, chiamati pit.
Quest’ultimi variano a secondo del tipo di supposto (CD, DVD, Blu-Ray) e hanno dimensioni che variano da 0,83 micron (per i CD) a 0,4 micron (per i DVD) a ancora meno per i Blu-Ray. Il laser passa sulla superficie del supporto ottico, incontra una sequenza di pit sulla quale la luce si disperde; sulle parti non modificate, invece, dette land, essa viene riflessa e torna indietro.

La riflessione è resa possibile dallo strato di alluminio, che è ciò che conferisce ai dischi commerciali il classico colore “grigio neutro”. La luce del laser riflessa è ridiretta ad un apposito sensore optoelettrico che rileva la sequenza di dispersione e riflessioni (pit e land) e li converte in segnali digitali binari zero e uno. E’ questa la sequenza che codifica l’informazione, ricavando e interpretando i dati del disco. I settori pit e land occupano tutta la superficie massima del disco. Esiste anche la possibilità, tramite software, di superare il limite massimo di memorizzazione (ovvero dando istruzioni al masterizzatore affinché ignori il limite massimo del cd) e quindi continuare a scrivere senza interrompersi alla fine dello spazio materiale del supporto. Questa tecnica si chiama Overburning (“oltre bruciatura”) ed è utilizza per recuperare spazio su disco o per rendere un supporto difficilmente copiabile. Vi presentiamo i migliori software per masterizzare:

Nero Burning Rom: uno dei primi programmi, il più storico, che permette la masterizzazione di qualsiasi supporto e gestisce tutti i tipi di file system; è disponibile per Microsoft, Linux

CD Burner XP: programma gratuito che permette di masterizzare quasi tutti i supporti, in lingua italiana e funziona solo su sistemi operativi Microsoft

Alcohol 120%: uno dei primi programmi diventato famoso per la sua funzionalità di copie di back up del sistema

Toast Titanium: Ottimo software disponibile solo per Apple.

 

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