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Il lago di Carezza

Lo stupendo Lago di Carezza è celebre per la ricchezza di colori che assume nelle varie ore del giorno e nelle diverse stagioni. Un’antica leggenda pretende di spiegare l’origine del fenomeno ricorrendo a una storia suggestiva e delicata. Al tempo dei tempi, nel Lago di Carezza viveva una bellissima ondina, che talvolta si sedeva sulla riva a cantare pettinandosi i lunghi capelli biondi e inanellati. Ma appena qualcuno turbava la solitudine del luogo, la bella ninfa si tuffava nelle onde scomparendo rapidamente. Sul Latemar, il monte che si rispecchia nelle acque del lago, tutto coperto da un gran bosco dalla cima alle falde, viveva uno stregone, che s’innamorò della ninfa e decise di rapirla per farne la sua sposa. Ma invano usò tutti gli stratagemmi per avvicinarla, invano ricorse alle sue arti magiche: la bella ninfa continuava a sfuggirlo. Allora, disperato, consultò una strega che abitava sul vicino Catinaccio: «T’ insegno io» gli disse quella. «Fabbrica un arcobaleno, che unisca il lago alla vetta del Latemar. Vedrai che l’ondina incuriosita uscirà dalle acque: non ha mai visto l’arcobaleno. Tu, travestiti da mercante, riempi il tuo sacco di ricchi gioielli da offrirle e vedrai che riuscirai a trascinarla nel tuo bosco da dove è difficile fuggire». Lo stregone fece quanto gli era stato consigliato. Il giorno dopo, un magnifico arcobaleno, smagliante di sette colori, splendeva nel cielo terso e sereno e univa come un ponte di luce la montagna al lago scintillante. Subito l’ondina uscì per ammirarlo. Allora lo stregone, dimenticando di travestirsi da mercante si precipitò verso la bella creatura per afferrarla. Ma svelta l’ondina s’immerse nella profondità del lago, mentre risuonava la risata beffarda della strega che aveva seguito la scena. Furente, il mago malvagio, per sfogare la sua ira, afferrò l’arcobaleno e lo frantumò. I pezzi luminosi caddero nel lago e, dice la leggenda, trasmisero alle acque quei riflessi meravigliosi, quegli straordinari colori che ancor oggi suscitano la meraviglia dei turisti. ALAN SENONER 2000/2001 Fonte: www.schule.suedtirol.it

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