Suono armonioso
felicità leggera, frizzante
alle tempie preme, come dolore lacerante
come gioia squisita, che ha sapore, odore,
di tribolazioni speranze, sogni lanciati alla luna.
Nuvoloso il vello
ombre a picco scendono sul paesello
a breve manto oscuro, lo vestirà di solitudine.
Canto nasce, pullula, sgorga, irruente
inzuppa labruzzi tesi.
Lacrime e risa
strettamente abbracciate
hanno temprato, ore d’attesa
di caparbia sollecitudine.
Fra le dita stringo, una gioia
che sembra non volersi zittire
rinnovata si rilancia, al fluire denso delle ore.
Vittoria, la mia Vittoria
oggi ha lambito, gustato
la primizia di un traguardo
sfiorando il numero 1000
alle prese con calcoli matematici
si sollazza nel sentire
la mia gioia farsi sua
le nostre voci, sussulti divenire canto
flusso rapido, acqua in fuga
onda che batte, del tempo e dello spazio
facendo tabula rasa
arricchendo di rinnovata passione
l’ora, il domani, il sempre.
Lode e grazie
salgono, al Buon Dio che mai abbandona
a mia madre angelo nei cieli
a Bruna e Rita amiche fidate
alla profe Daniela Bologna
che ha riposto in noi
fiducia e pazienza
infinito amore e misericordia.
Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste
