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UN SORRISO NELLA NEBBIA di Laura Gorini

Era una giornata fredda e nebbiosa: un leggero vento si insinuava minaccioso nel bavero del cappotto e l’umidità mi bagnava la pelle del viso.
Munita di sciarpa, guanti e berretto, mi apprestavo a compiere i famosi “cento passi quotidiani”, consigliati dal medico per la mia salute.
Poche persone camminavano intorno a me e il buio iniziava a fare capolino all’orizzonte. Ero quasi giunta a casa, quando una macchia bianca, in mezzo al grigiore della nebbia, si fece strada: strabuzzai gli occhi per tentare di comprendere di che cosa si trattasse.
Indietreggiai di qualche passo, lievemente impaurita più che incuriosita, mentre quella “macchia” si avvicinava sempre di più alla mia persona.
Era un immenso batuffolo di cotone, pardon, di pelo bianco, con due occhi magnetici e un sorriso dolce e rassicurante.
Rimasi interdetta: perché quella creatura aveva scelto in quella fredda e nebbiosa giornata di uscire di casa e di sorridere proprio a me?
Perché mi osservava con quei suoi splendidi occhi? Sembrava felice.
Lo attesi, lo attesi a lungo perché gli istanti che ci separavano iniziarono a sembrarmi un’eternità, tanto era il mio desiderio di poterlo accarezzare.
Quando mi fu vicino, appoggiò le sue zampe anteriori sui miei piedi e iniziò a fissarmi con intensità: fu allora che piansi.
Le mie erano lacrime calde, da troppo tempo lasciate inespresse.
Lui era lì che attendeva, attendeva una mia carezza, un segno del mio affetto e del mio amore.
Mi abbassai e lo abbracciai: in quell’istante sentii tutto il suo calore e il suo cuore battere forte all’unisono con il mio.
Era così magico quell’incontro che mi pareva di sognare! Poi d’improvviso quell’incanto fu rotto dalla voce di un uomo: “Paul, vieni qui!”
Paul mi sorrise e andò incontro al suo padrone.
Lo vidi entrare in una casa dai mattoni rossi, delimitata da un grande giardino e da un ampio garage. Prima di varcare l’uscio si girò verso di me e mi sorrise ancora.
Ancora una volta!
Da allora, ogni giorno, i “miei cento passi” mi sembrano più leggeri, il freddo meno pungente e la nebbia meno densa.
A scaldarmi, a rinfrancarmi e a rincuorarmi c’è il sorriso del mio amico Paul, un angelo dal cuore “dolcemente peloso”.

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