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UN PENSIERO PER MARCO GUINDANI

È giunta improvvisa la morte di Marco Guindani, come lampo a ciel sereno ha smorzato l’azzurro del vello tingendolo di tinte brune, interrogativi senza fondo. Poche volte i nostri occhi si sono incontrati, le parole hanno avuto modo di trovare una via comune pur tuttavia il suo sorriso, accenno di saluto donava serena condivisione.
Quali siano i motivi che spingono una persona a commettere un simile gesto andando contro alla vita non sta a noi sapere o giudicare.
Il Buon Dio conosce il cuore di ciascuno, misericordioso accoglie, custodisce, ammonisce, riconduce le pecore all’ovile. Fa nascere tristezza infinita il sapere che una giovine vita sia stata stroncata in maniera particolarmente dolorosa.
Incomprensibili sono i disegni riservati per ciascuno il cui aggrovigliarsi desta spesso stupore, conduce a capillare presa di coscienza.
Sanno di sale le parole, brulle, gettano nella confusione, vanno al limitare, sconfinano.
Tocchi di campana, fondi, interrotti, intervallati, hanno scosso il paesello nel giorno del commiato, come se tutti gli angeli del cielo, accorsi, fossero venuti a porgere l’ultimo saluto.
Vorrei con questi pochi righi porgere un saluto a Marco, nella certezza che la luce che non tramonta lo riveste, mano fida l’ha accolto, voce di Padre lo custodisce come tesoro prezioso.
Per Rebecca, amata figlioletta, una carezza con l’augurio nel tempo di poter comprendere, amare, portare avanti il suo ricordo con rinnovata gioia ed affetto. Si dice che il Signore colga per il suo giardino i fiori più belli.
Mi piace pensarlo nell’immensità di un tutto senza fine accerchiato di riverberi, di pace, carezzato da brezza leggera, vestito di giada in un giorno qualsiasi monotono quanto sublime.
Milena, la mamma di Vittorio e di Celeste

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