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Un giorno questo dolore ti sarà utile di Peter Cameron

Genitori immaturi, incapaci d’altro che mettere  sé  stessi  al  centro  della loro vita – rigorosamente separati, ci mancherebbe – presi come ragazzini dalle loro fantasie, e poi, quando necessità lo richiede, che pretendono d’essere guide coscienziose dei loro figli e aiuto ai loro problemi (che il più delle volte essi stessi
hanno provocato). Naturalmente non hanno successo: e come potrebbero? Allora tirano  in  ballo  la  panacea d’ogni guaio, il rimedio per placare i rimorsi delle loro coscienze: consigliano al figlio d’andare da un esperto, uno psicologo insomma. E qualche volta il figlio ci va: e magari si trova di fronte un  altro  adulto  immaturo  e carico di problemi irrisolti, lontano mille miglia dalla sua anima, che per aver
letto qualche libro in più dei genitori  (a  volte),  aver  passato qualche esame all’università, aver fatto un po’ di tirocinio e aver sposato qualche teoria psicologica, si ritiene in grado d’aiutare un adolescente che spesso appare essere il più sano in quella catena d’adulti. È in questo scenario molto newyorkese, assai snob e un po’ intellettuale che si snocciola il romanzo di Cameron. Dal quale Roberto Faenza ha tratto il fi lm. Il protagonista è James, un  ragazzo  di  18  anni  che vive nella sua famiglia sfilacciata – con una madre, una sorella e un padre che appaiono decisamente penosi, anche se, stando a loro, è James che ha “problemi”. James è immerso nel mondo dei libri, non ama la stupidità dei suoi coetanei, né l’ipocrisia e la vacuità di tanti adulti. Non vuole più studiare. Cosa vorrebbe non lo sa neppure lui. Nel vuoto totale, l’unico personaggio che si salva è la nonna: amata da James per la sua sincerità e saggezza, ma soprattutto perché è in pace con sé stessa. Lei incoraggia e aiuta. Il tutto è narrato con grazia non comune e tocchi di delicatezza. A chi piace il genere, un po’ alla Holden, questo libro può interessare.

Michele Genisi
Si ringrazia Nonna Grazia
per averlo consigliato

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