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Primo Levi: sì, questo è un uomo

Tra i Giusti vi è Lorenzo Perrone. Primo Levi, deportato ad Auschwitz, così ne scrisse in Se questo è un uomo: “La storia della mia relazione con Lorenzo, è insieme lunga e breve, piana ed enigmatica.  Un operaio civile italiano mi portò un pezzo di pane e gli avanzi del suo rancio ogni giorno per sei mesi; mi donò una sua maglia piena di toppe; scrisse per me una cartolina, e mi fece avere la risposta. Per tutto questo, non chiese ne accettò alcun compenso, perché era buono e semplice, e non pensava che si dovesse fare il bene per un compenso. Io credo che proprio a Lorenzo debbo di essere vivo oggi; e non tanto per il suo aiuto materiale, quanto per avermi rammentato , con il suo modo così piano e facile di essere buono, che ancora esisteva un mondo giusto al di fuori del nostro, qualcosa e qualcuno di ancora puro e intero, estraneo all’odio e alla paura ; qualcosa di assai mal definibile, una remota possibilità di bene, per cui tuttavia metteva conto di conservarsi. Grazie a Lorenzo mi è accaduto di non dimenticare di essere io stesso un uomo”.
Lorenzo Perrone- Fonte:  Messaggero di Sant’Antonio.
Un grazie a Nonna Grazia.

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