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Per un tratto ancora

Sono stanco, stanchissimo. Per un problema di lavoro ho dovuto stare nei campi tutta la notte e adesso voglio solo tornare da mia moglie e dai miei figli. Quello strano trambusto che ho udito provenire alla mia destra mi ha fatto cambiare strada, sono state le urla della folla, lo scalpiccio dei cavalli, gli ordini dai soldati romani in quella loro lingua tanto incomprensibile ed odiata da tutti noi che mi ha condotto fino a qui, mi ha attirato. C’è folla, gente che urla, gente che piange, gente indifferente che guarda senza commentare.
C’è il gruppo delle donne che seguono con lamenti e grida di dolore. Sono alto di statura e riesco a vedere che ci sono tre condannati, caricati dai legni sui quali troveranno la morte, in modo più o meno rapido. Non so perchè mi avvicino tanto a quei tre uomini, sarà solo curiosità? Sarà che provo per loro un po’ di pena? Se finiscono in croce, qualcosa di gravissimo devono averlo fatto. Il primo è caricato di una croce davvero pesante, ha i capelli appiccicati al collo, sono bagnati di sudore e… cosa? Cosa gli hanno messo sulla testa che non riesco a distinguere bene!!! Per il Dio di Abramo! E’ una specie di corona di spine! Ecco cosa c’è sui suoi capelli! Sangue e sudore! ma chi è stato!!! Chi può essere stato tanto crudele e malvagio da pensare ad una cosa del genere! Se potessi gliela toglierei! Ecco, forse, perchè inconsciamente mi avvicino tanto a questo condannato! Ma chi è? Chi può essere? Non un lamento esce dalla sua bocca, non un’imprecazione, un grido, niente! La folla grida, alcuni lo vogliono morto, lo deridono, gli sputano addosso, altri si disperano, piangono e dicono che egli è il Messia, che ha compiuto miracoli, che è venuto al mondo per salvarci. Da chi? Non è che io abbia studiato tanto le Sacre Scritture, ho sentito anch’io parlare di questo Messia che sarebbe dovuto venire, ma…
Ecco che questo uomo, che guardo di spalle continuamente, senza sapermi spiegare perchè non riesco ad andarmene, cade a terra e senza un lamento, rimane steso, non si rialza. I soldati lo incitano sicuramente, lo capisco dai loro gesti, dalle minacce che gli fanno con le loro fruste, ma lui non ce la fa più. I soldati si guardano l’un l’altro e parlano fra di loro per qualche tempo e poi vedo che in quattro si girano verso di me. Quello a cavallo fa segno verso di me con la sua lancia e gli altri, che sono a piedi, mi si avvicinano. Io cerco di indietreggiare ma essi mi circondano ed a strattoni mi portano ad un passo dalla croce sotto la quale è finito il condannato. Cosa? Ho capito bene? Ma è assurdo! io? io devo prendere la croce di questo uomo e caricarmela sulla spalla? No, non voglio! Scuoto la testa! Ma essi mi minacciano! Quanto mai sono venuto a vedere coa stava succedendo! I soldati romani mi aiutano a sistemare la croce sulla spalla destra e subito avverto nella mia mano la vischiosità del sangue di quest’uomo. Pian piano, liberato dal peso del legno egli riesce ad alzarsi, si aggrappa alla mia tunica ed eccolo in piedi vicino a me. Come sei giovane! Potresti essere un mio fratello ma più giovane di me! Ti si è spostata la tunica e intravedo sulla tua schiena i segni delle frustate. Ma cosa… sicuramente hanno usato il loro terribile flagellum, la frusta che termina con un uncino. Sangue secco e fresco ti copre quasi tutta la parte che sono riuscito a vedere. Lentamente giri il tuo viso verso di me. La tua mano si è appena appoggiata sul mio braccio che tutto il mio essere è scosso da un fremito indescrivibile, una sensazione mai provata prima! Mi sento invaso come da un fioco! Cosa mi sta succedendo? Ma tu chi sei? Chi ti ha mai visto prima di oggi? Io non ti conosco!
Mi guardo in giro quasi con paura, sgomento. Alla mia destra poco distante da te, c’è un gruppo di donne, le guardo senza sapere il perchè. Poi la vedo. Bella. Bellissima. Meravigliosa. Unica. Nessuna è bella come lei. Ha il viso stupendo devastato da un dolore atroce che jon ne altera la bellezza.
Guardo lei ed essa con un leggero movimento del capo mi fa segno di sì! Di aiutarti! Guardo lei e guardo te. Avete lo stesso taglio sugli occhi, la linea della bocca, anche se tu sei coperto di sangue e di sudore, nel tuo viso riconosco gli stessi lineamenti. E’ tua madre! Tua madre, addoloratissima, deve avere il cuore come se fosse trafitto da una spada!
Sì, lo aiuto io, per un tratto di strada lo aiuto a portare la croce, vorrei dirle! Mi guardi di nuovo ed avvicini la tua bocca alla mia mano. Quasi un leggero bacio? Tu vuoi ringraziare me? No! No!
Perchè non imprechi! Urla a questi odiati soldati che non hanno avuto nessuna pietà, ti hanno frustato a sangue, incoronato di spine, caricato di una croce pesantissima! Che siano maledetti loro ed i loro figli! Maledet…!
Cosa? Non vuoi? Tu non vuoi? Tu non vuoi che neanche lo pensi? Ma chi sei tu? Che senza parlare mi dici le cose con il solo pensiero? Tu che mi dici di perdonare? Cosa mi sta succedendo?
Mi hai aperto la mente ed il cuore…
Adesso lo so chi Sei! Sei il Signore, atteso e annunciato dai Profeti! Ti dico di scostare la testa dal legno perchè non voglio che le spine ti facciano altro male, ancora di più. Te lo dico con il pensiero e Tu lo fai! Avanziamo su questo terreno sconnesso ed io non riesco quasi a vedere la via perchè non so distogliere lo sguardo da Te. Il tuo respiro è rapido, sei stanco, dolorante, sei sottoposto ad un supplizio incredibile. Ti aiuto io, forza, dai, almeno per un tratto. Non so da quanto tempo ti sono vicino ma ecco che i soldati romani si avvicinano e mi fanno capire che devo lasciare la croce e darla a Te, sulla tua spalla. Non voglio! Non posso farlo. Sono più alto e robusto di loro e li scaccio minacciandoli con il pugno della mano sinistra e scalciando!
Hanno capito e mi lasciano fare! Per un tratto, per un tratto ancora voglio stare vicino a Te. Lo so chi sei Tu, lo so perchè sei quei, per amore di tutti noi. Anche per me, umile, semplice, indegno di starti vicino. Io ho aiutato Te a portare la croce quando Tu l’hai ricevuta per salvare noi! Quanto devi amarci Tu, figlio di Dio! Siamo giunti quasi in cima al Golgota ed ecco che i soldati mi si avvicinano di nuovo. Questa volta mi puntano la spada alla gola, devo lasciare la croce, l’ultimo tratto devi farlo Tu!
Quasi devono strapparmela con la forza, perchè io vorrei starti vicino per un tratto ancora! mi strattonano, mi spingono lontano da Te! Ti hanno caricato ancora la croce, Tu sei riuscito a guardarmi ancora una volta. Prosegui solo. Mani pietose mi indicano una fontana a lato della strada, devo essere coperto di sangue sul lato del viso perchè lo vedo anche sul mio braccio e sulla tunica. Mi avvicino alla fontana con lo strazio nel cuore. Mi hanno spinto via da Te ma io non volevo! Non voglio che Tu muoia! No! Ti prego, non morire!!!
Con le mani mi copro il viso e piango disperato, non voglio perderti così, non voglio che Tu abbia ancora male! Scosto le mani dal mio viso e le guardo, non c’è traccia del Tuo sangue! Nemmeno una goccia del Tuo Preziosissimo Sangue poteva andare perduta! Mi hanno allontanato da Te ma non separato! Chi mi separerà dal Tuo amore? Forse la spada? Nè morte o vita ci separerà, nessun potere mi separerà dall’amore che ho per Te e che tu hai per noi. Nessuno al mondo mi allontanerà dal Tuo amore. Io lo so chi sei e lo grido con il mio cuore perchè so che Tu mi stai ascoltando. Io non valgo niente, sono un semplice cireneo. Qualcuno, sicuramente Santo, verrà ricordato perchè pronuncerà questa frase, ma io, io per primo mi inginocchio danvanti a Te e grido: “SIGNORE MIO E DIO MIO”.
Marta

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