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NELLA TERRA DEL PRINCIPE

Esiste un luogo nel quale l’uomo può ancora incontrare la terra, esiste un luogo dove la notte è davvero buia e il giorno davvero splendente, esiste un luogo dove la natura ha diritto di movimento, suono, profumo; esiste un luogo nel quale non ci sono ripari e se incontri un temporale non ti resta che affrontarlo, esiste un luogo dove puoi non essere trovato, ma nel quale non puoi fuggire a te stesso e a tutto quello che alimenta la tua anima, esiste un luogo che ti ricorda che ti eri dimenticato di essere una creatura totalmente libera e allo stesso tempo continuamente guardata, esiste un luogo che ridà vita ai sogni impossibili, esiste un luogo dove puoi urlare senza disturbare e essere sentito se parli pianissimo, esiste un luogo dove puoi cancellare la tua crosta sociale e rigustare il frutto ricco di te stesso, esiste un luogo dove puoi fluttuare nella sola gioia dell’amore, spegnendo il resto.

Eppure da questo Eden l’uomo, assetato di avventura, coraggioso sterminatore di regole, vuole sempre andarsene, perchè, follia umana, non riesce a non distruggere gli stessi confini che ama e che alimentano i suoi sogni. Questa terra gravida di vita fa desiderare di essere madre, ma tu, che non sei donna, chiedi cosa vedo in quel bicchiere di vino, frutto del tuo lavoro…

Cosa vedo?…Vedo l’umanità che nasce da un stella in atomi di carbonio e risale l’oscurità dei mari per colonizzare la terra e assoggettarla.

Vedo il lavoro attorno ai vitigni, le lotte per la preservazione e la crescita dei grappoli e le ordinate e straordinarie geometrie delle terre coltivate. Il fermento in umide cantine dove gli uomini creano l’arte enologica.

Vedo giovani accogliere il segreto, per fecondarlo di passione e tramandarlo.

Vedo riti secolari di pigiatura e celebrazione del raccolto. Vedo le feste di piazza e i festini. La seduzione e la conquista. L’ebbrezza e il piacere. E poi la tecnica e i macchinari da imbottigliamento. Il consumismo e l’omologazione dei prodotti. La vendita e il guadagno. Il cartone, il vetro e i processi di conservazione. La pubblicità e i mezzi di trasporto. Le intelligenze che hanno creato tutto questo e le volontà che non si sono arrese. I cuori che hanno inseguito un sogno, gli spiriti che hanno creduto nell’impossibile. E infine, il cervello umano con le sue molteplici evoluzioni, grazie alle quali, oggi, posso riflettere su questo bicchiere di vino. E vedo anche te, Amico, che accarezzi i grappoli odorosi nell’alba di un altro giorno lontano dall’amore e vedo che per guidare un uomo verso il suo sogno assaggi il succo prelibato alla ricerca di quella sfumatura unica che renderà il tuo vino desiderabile in tutto il mondo, alimentando il sogno di altri uomini, che da luoghi sperduti lotteranno per possederne anche un solo bicchiere. Guardo i filari dei tuoi vigneti e sorrido pensando che qualcuno dedicherà l’intera esistenza ad accumulare il denaro e la posizione sociale che gli permetterà di sedersi con te a bere quel vino e mi convinco che non posso portarti via da lì e distruggere i sogni di tutti questi uomini. Ma un campanile lontano scocca la mezzanotte e io mi accorgo che…ops… nessuno mi rincorre; io non sono ancora il tuo più grande sogno da inseguire e la scarpetta… rimane ancora lì…

Cinerella

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