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NELLA FORESTA DEL CASENTINO (AR)
GITA FRA NATURA, SPIRITUALITÀ E DIVERTIMENTO

Breve ma intensa gita nella foresta del Casentino, in provincia di Arezzo, in affascinanti luoghi; se in questo contesto già di per sé seducente si aggiunge un’ottima compagnia, cibo squisito, condivisione di tante sfaccettature, confidenze, esperienze, ecc…non c’è che da ringraziare di cuore lo staff dell’Angolo della Natura per l’organizzazione, per saper creare ogni volta un gruppo affiatato, che lascia impronte nel cuore anche ben dopo il rientro a casa.
Conta molto infatti il bagaglio di emozioni che anche una ”semplice” gita, se vissuta come facciamo con questa compagnia, ne fa un viaggio a 360 gradi. Nel percorso attraverso gli Appennini, meravigliosi i pendìì dalle calde tonalità autunnali, tra vallate verdeggianti, ruscelli, paesini arroccati sulle cime, Pievi, Castelli, natura e pietre che raccontano storie senza tempo.
Alone di mistero e pace nella fitta foresta di Camaldoli, in questa stagione tappezzata di foglie arancio ai piedi di alti fusti, che si intrecciano in cielo. Atmosfera mistica nel Sacro Eremo, dalla storia millenaria.

Eremo e Monastero di Camaldoli

Costruito da San Romualdo di Ravenna nel 1025 su un terreno avuto in dono dal Vescovo Teodaldo di Canossa, zio di Matilde, ha ospitato nei secoli monaci benedettini vissuti in povertà, preghiera, isolamento totale dal mondo e tra di loro, tranne per le preghiere comunitarie. Scelta di vita molto difficile da comprendere! Oggi i monaci sono solo 9, mentre nel Monastero sottostante ne vivono una trentina, che professano la loro vocazione aprendosi anche alla vita in società. Ancor più suggestivo per noi, arrivati in una nebbiosa mattina sferzata da un freddo vento: l’Eremo era avvolto da un alone che dava la sensazione di essere entrati in un mondo irreale, più vicino a Dio.
Affascinanti i piccoli borghi nei dintorni: Poppi, con il Castello dei Conti Guidi, del X° secolo, simbolo del casentino, che svetta in cima alla collina, visibile quindi in buona parte della valle. Ampie sale affrescate, molti stemmi gentilizi scolpiti sulle pareti, preziose opere eseguite dagli scultori Della Robbia, specializzati nella tecnica della terracotta policroma invetriata; nella Cappella affreschi di T. Gaddi, allievo di Giotto, sculture di terracotta di Buglioni e la Biblioteca Rilliana, gioiello culturale con un patrimonio di 25.000 volumi antichi. Nel borgo, l’Oratorio della Madonna contro il morbo, l’Abbazia di San fedele, l’acciottolato di stradine con portici, vecchie porte “vissute” e pilastri in vari stili.

Bibbiena, con i suoi antichi palazzi, la torre, la porta dei fabbri, la terrazza panoramica dove spaziare con lo sguardo su un panorama rilassante, immerso nel verde striato da calde pennellate d’ottobre. Altri vicoli antichi nel borgo di Stia, dove sia nella trattoria della piazzetta che nella vecchia pizzicheria ci siamo sentiti proprio in famiglia.

Bibbiena

Ultima tappa nella comunità a Romena fondata da Don Luigi Verdi. Una visita alla bellissima Pieve Romanica, una passeggiata negli ampi giardini, ognuno a tema (il più toccante quello dei mandorli, dove ogni genitore che perde un figlio ne pianta uno, simbolo di lunga vita, essendo il primo a fiorire e l’ultimo a dare frutti). Difficile raccontare l’incontro con Don Verdi, sacerdote decisamente anticonvenzionale, dal linguaggio colorito, ma dal messaggio penetrante, frutto della sua esperienza dolorosa personale, che ha colpito tutti nel profondo, suscitando emozioni forti, che ci siamo portati dentro come prezioso arricchimento spirituale.

Romena – Pieve Romanica

Abbiamo alternato sacro e profano, ovviamente, perché così come la vita è un insieme di gioie e dolori, di leggerezza e di responsabilità, altrettanto le gite che organizzano Laura e Maria rispecchiano la quotidianità, in un alternarsi di ore spensierate a momenti più intimi, sentendoci davvero uniti, malgrado le nostre diversità, condividendo gli stessi ideali di vita. Vita che man mano passano gli anni ci fa comprendere quali sono le cose essenziali e quali quelle superflue. La bellezza della natura, dell’arte, della spiritualità e, non meno importante, della convivialità e dell’amicizia, sono elementi preziosi che danno un senso non solo per questa, ma anche per la vita che ci attende oltre…
Ornella Olfi

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