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Nago – Torbole

Nago-Torbole (Nach e Tùrbule in dialetto gardesano) è un comune italiano di 2.778 abitanti della provincia di Trento. Il suo territorio si estende dai 63 metri sul livello del mare fino ai 2.078 metri della cima del monte Altissimo di Nago. Fa parte del Comprensorio Alto Garda e Ledro. Il comune raggruppa due diversi centri abitati molto vicini e di dimensioni simili: uno, Nago, alle pendici del Monte Altissimo (2079 m) e l’altro, Torbole, in riva al lago di Garda, subito sotto. Torbole è situata nell’angolo nord-orientale del lago di Garda e comprende la foce del fiume Sarca, suo immissario. Ad est si eleva la catena del Baldo, con il Monte Altissimo. Nel retroterra a nord si estende una piana di circa 7 chilometri che include Arco. La strada statale 249 Gardesana Orientale diretta ad ovest costeggia il lago e congiunge Torbole con Riva del Garda. Grazie alla protezione delle montagne alle spalle e l’azione termoregolarizzatrice del lago, l’intera piana gode di un microclima di tipo mediterraneo. Per questo Goethe la chiamava la terra dove fioriscono i limoni.
Storia
Riscontri sulla presenza umana si hanno già dal Neolitico (nella zona del Baldo e di Nago). Anche per l’età del bronzo e le epoche protostoriche e storiche la presenza di insediamenti è confermata sulla rupe di Castel Penede a Nago, castello in posizione strategica distrutto dalle truppe francesi del Duca di Vendôme nel 1703. Dante si narra abbia composto questi versi a Nago presso la rupe di Castel Penede:
« Suso in Italia bella giace un laco, a piè dell’Alpe che serra Lamagna sopra Tiralli, ch’ha nome Benàco».
(Dante
Divina Commedia
Canto XX Inferno)
Luoghi d’interesse
Nago
I forti austro-ungarici di Nago sono forse i meglio conservati del Trentino. Oggi ospitano il museo comunale. La storia di queste fortificazioni comincia il 21 dicembre del 1859, quando fu approvato il progetto di costruzione del forte alto di Nago da parte del Ministero a Vienna. La costruzione (sotto l’Ufficio del Genio Militare di Riva) si articolò fra il 1º giugno del 1860 e il 5 gennaio del 1861. Il collaudo avvenne nel 1863. Il forte di Nago appartiene alla “prima generazione” (come, per esempio, il forte San Nicolò a Riva), in pietra ben lavorata con materiale reperito in zona (giallo di Mori per il forte superiore e rosa per quello inferiore). Era composto da due casematte poste di traverso alla strada che fu sbarrata con un portone. Oggi splendidamente restaurate, sono accessibili a tutti.
Il fenomeno postglaciale delle Marmitte dei giganti
Uno dei più interessanti fenomeni naturali del Trentino è così descritto da Aldo Gorfer nelle sue Valli del Trentino (1982):
« Celebre particolarità di Nago sono i pozzi glaciali (“Marmitte dei giganti”) che si accompagnano a una didattica serie di altri monumenti glaciali (salto glaciale, rocce montonate, striate, lisciate ecc.). Un gruppo di pozzi glaciali è visitabile sotto il paese presso la strada statale e con partenza dalla stessa. Altro gruppo lungo la strada della Maza, a un chilometro circa da Nago. Alcune di esse furono illustrate da Antonio Stoppani (e poi studiate da G.B. Trener, 1899): “Da dodici a quattordici, parecchie delle quali colossali e veramente stupende, si scoprirono sullo sperone del monte che sorge tra la Sarca e il forte di Nago… »
La chiesa di San Vigilio
La chiesa parrocchiale di Nago si trova nell’omonima via, una delle arterie principali del paese. La costruzione attuale risale alla fine del XVI secolo (in epoca madruzziana), ma il primo luogo di culto risale probabilmente all’epoca paleocristiana. È nominata per la prima volta nel 1203, in un documento relativo ad una diatriba tra gli abitanti di Nago e il vescovo di Trento Corrado II di Beseno. Viene definita “collegiata”, quindi la sua importanza all’epoca doveva essere notevole.
La chiesa della
Santissima Trinità
Costruita nel XVII secolo, era la sede di una confraternita. Al suo interno sono conservati l’altare maggiore, costruito in marmo, sul quale è collocata una pregevole scultura lignea raffigurante la Trinità, opera di uno scultore tirolese del XV secolo.

Torbole
La Chiesa di S. Andrea, patrono dei pescatori, si trova sopra l’abitato di Torbole. Il primo accenno alla cappella di S.Andrea è in un documento del 1175. Viene citata anche in un documento del 1183 dallo stesso Papa, Lucio III. Caratteristiche architettoniche: la chiesa fu ricostruita in stile tardo barocco dopo la devastazione delle truppe francesi del 1703, ma furono recuperati elementi architettonici precedenti (come dimostrano le date 1496 e 1512 scolpite sul basamento dei due archi di pietra del transetto).
Valletta di S. Lucia
La valletta collegava con l’antica strada romana attiva fino ai primi del Settecento la valle dell’Adige con il lago di Garda. Si snoda in un oliveto centenario. Fu teatro della calata della piccola flotta veneziana. Lungo il suo percorso la vista domina l’intero lago di Garda, fino a Sirmione.
Il sentiero panoramico a sbalzo verso Tempesta. Si tratta di un sentiero naturalistico di recente costruzione, a balcone sul lago di Garda, che collega Torbole alla sua frazione Tempesta, antico confine fra Austria e Italia. La passeggiata è lunga 4 km, e procede a mezza costa del Monte Baldo a picco sul lago, superando due costoni, il Corno di Bò e il Salt de la Cavra. Non è percorribile però in mountain bike. Il tempo di percorrenza a piedi è di circa un’ora e 15 minuti. Tutto il territorio comunale confinante con il lago è di proprietà pubblica. La spiaggia, il lungolago e la ciclo-pedonale costiera sono stati totalmente ricostruiti e ampliati tra il 1995 e il 2000, con la costruzione anche di un nuovo ponte ciclo-pedonale sul fiume Sarca e di una passerella a sbalzo sul lago, che collega Torbole con Riva del Garda. Ora è possibile, a piedi o in bicicletta, percorrere l’intero Alto Garda trentino, partendo dalla zona est di Torbole fino alla zona ovest di Riva del Garda, costeggiando il lago. All’altezza del Sarca, sulla ciclabile che costeggia il fiume, è possibile raggiungere anche la vicina cittadina di Arco.
Fonte: wikipedia

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