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Mi sento libera

Una frase che spesso mi sento dire è: “ma io ce la devo fare da solo/a”. Quando chiedo: “perché?”, le persone rispondono in modo vago: “è giusto così”, “non si può dipendere dagli altri”, “siamo noi che dobbiamo risolvere i nostri problemi”. Curiose affermazioni. Il punto è che troppo spesso i nostri pensieri non sono frutto di riflessione ma poggiano su pregiudizi ed emozioni. Crediamo di essere razionali, invece siamo immersi nelle emozioni senza esserne molto consapevoli. Perché dovremmo farcela da soli? Perché è un disonore non riuscirci? Perché chiedere aiuto è vissuto spesso come un segnale di debolezza? Io credo che invece sia un segno di umiltà e di libertà interiore. Nessuno di noi può farcela da solo: abbiamo bisogno di dialogo, di confronto, di sguardi diversi dai nostri che mettano in crisi i nostri orizzonti, i nostri sguardi, e che da quella crisi facciano nascere sguardi nuovi e più ampi. Abbiamo paura della dipendenza quando, in realtà, siamo dipendenti. “Voglio sentirmi libero/a!” Ma di che libertà parlo se poi sono prigioniero dei miei problemi, dei miei complessi? Per me la libertà è un percorso: non nasciamo liberi, né lo siamo per natura. Siamo guidati dagli istinti, dalle emozioni, dai complessi. Recuperiamo spazi di libertà via via che diventiamo più consapevoli di noi e di ciò che ci agisce. Se sono consapevole posso cercare di scegliere, di decidere cosa fare; nell’inconsapevolezza sono agito da istinti ed emozioni, e non sono libero. Io non ce la faccio da sola: ho bisogno delle persone che amo, degli amici, di chi mi sta vicino. Chiedo aiuto quando ne ho necessità. Mi sento libera.
Cristina

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