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L’UOMO DELLE OMBRE (2^parte)

C’era una volta, tanto tempo fa, un signore che amava sognare; sognava sempre: di giorno, di notte, a occhi aperti o chiusi. Non gli importava.
Lui voleva solo sognare.
Un giorno, però, mentre il signore andava al lavoro, ebbe un’incidente in macchina.
Quando la Morte andò da lui per prenderlo, lo trovò intento a sognare con gli occhi chiusi e un
sorriso stampato in volto. Ella ebbe pietà di lui e gli concesse di vivere, ma non come uomo in carne ossa, bensì come uomo delle ombre.
Il suo compito era fare quello che più amava: sognare; questa volta, però, doveva donare sogni. Regalò sogni ai bambini che dormivano, alle persone con rimpianti, con sogni distrutti e cuori infranti. Regalò poi sogni a quelle persone che avevano paura di sognare, a quelli che piangevano, a quelli che avevano paura in generale. Regalò sogni pure alle persone in prigione.
E lui si sentiva felice. Eppure gli mancava qualcosa. Lo sentiva. Ogni sera andava dalla donna che un tempo era sua moglie e gli donava i sogni più belli che aveva. Non poteva tornare da lei e questo gli faceva male.
Chiese allora, alla Morte, di poter avere pietà anche di sua moglie, ma ella rifiutò; in fondo, doveva fare il suo lavoro e la vita doveva finire il suo ciclo. L’uomo era devastato da quella notizia e, preso dalla rabbia, creò colui che venne chiamato gemello ribelle: l’uomo delle ombre degli incubi. Anch’esso andava in giro a regalare sogni, ma sogni che facevano piangere, che facevano paura. Andava in giro a regalare incubi alla gente. Nutriva le persone delle loro stesse paura. Ai bambini questo non piaceva, ma agli adulti sì, perché questo li rendeva sazi. Rendeva gli adulti felici di sognare il loro dolore. Felici di poter vivere il proprio dolore.
Felici di poter provare qualcosa in un mondo senza emozioni. Così, se da una parte gli incubi facevano paura, dall’altra piacevano e questo dava potere all’uomo degli incubi; esso andava in giro ogni notte, finché i sogni rimasero solo un futile ricordo.
Continua-2
Eleonora Valeggi

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