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“LE MIE ORE”

Una stella luminosa e lontana,
si spezzò e si schiantò con l’infinito,
la seppellì il grigio-latteo mare
ed il vento tentò di abbaiare.
Un’onda scolpita dal buio,
per qualcosa offesa con la marea,
se n’è andata lasciandola ad aspettare,
divorata dalla sua stessa solitudine.
La luna, palmo d’oro tesa,
spezza contorni nell’oscurità,
si annebbia com’estate ingrigito,
nascondendo nella carne crateri attutiti.
In tali ore di gioia
mi trasformo in un’ anfora antica,
perché il vento, la luna-palmo, la marea
nella mia profondità inghiotto.

Poesia di Petya Dubarova, poetessa bulgara, suicidatasi a soli 17 anni, per motivi non del tutto chiari, si presume per accuse non giustificate tradotta dagli alunni della nostra scuola bulgara di Milano, accompagnati da disegni.
Traduzione: Scuola Bulgara di Milano

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