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INTERVISTA ALLA DOTTORESSA FRANCESCA BONFIGLIO, NEUROPSICOLOGA

Abbiamo incontrato la dottoressa Francesca Bonfiglio, neuropsicologa, che si occupa di riabilitazione cognitiva alimentazione naturale e crescita interiore.
L’argomento è vasto ma andiamo per gradi. Partiamo dalla riabilitazione, in che cosa consiste e quando le persone vengono da te?
La riabilitazione cognitiva è quella branca della psicologia che si occupa di aiutare a migliorare e ripristinare funzioni del cervello come memoria, attenzione, linguaggio, funzioni che sono diventate deficitarie nella persona. Le cause sono da annoverare in ciò che ha danneggiato il cervello, come un ictus, una demenza, trauma cranico, alcolismo cronico per citarne alcune.

Hai definito il tuo approccio profondo e integrato, ci spieghi in cosa si differenzia da una terapia classica?
Le persone con questi disturbi normalmente vengono trattare farmacologicamente e la riabilitazione si concentra sul far fare esercizi ai pazienti che li stimolino mentalmente.
Attraverso compiti carta e matita o al computer si fa fare ginnastica ai neuroni per recuperarne la funzione o creare nuovi circuiti cerebrali.
Questo approccio è molto limitato perché non tiene conto del fatto che i neuroni che sono cellule come quelle del corpo hanno bisogno di essere nutrite in modo sano e ripulite dalle tossine per poter lavorare bene. Le cellule di un adulto medio sono super intossicate per via dell’inquinamento dell’aria che respiriamo, dell’acqua, del cibo, dei campi elettromagnetici, dello stress e dei pensieri e delle emozioni negative.
Con l’età la capacità di smaltirle viene sempre meno. Pensa che alcuni studi hanno dimostrato che un adulto può arrivare ad avere fino al 30% del peso corporeo in tossine!

Quindi usi anche l’alimentazione per curare il cervello?
Assolutamente. Per me è la base di partenza perché ha una forte incidenza nel processo riabilitativo. Attraverso il cibo, i suoi abbinamenti corretti e l’ausilio di erbe ed integratori naturali le cellule si ripuliscono dalle scorie, il sangue diventa più fluido e i nutrienti arrivano più facilmente a destinazione, l’umore migliora, la persona ha più energia. Il lavoro di riabilitazione diventa più efficace e soprattutto ha un senso!

Chiunque quindi può beneficiare di un intervento sulla dieta quotidiana?
Sì. Da quando ho approfondito negli studi l’incidenza del cibo sulla salute cerco di inserire una dieta curativa ad ogni terapia, che sia per una riabilitazione cognitiva o altre malattie e disturbi.

Che tipo di persone vengono da te per curarsi con l’alimentazione?
Individui con ipertensione, diabete, artrite reumatoide, sinusite, stipsi, reflusso, gonfiore, stanchezza cronica e altri ancora. Le persone non lo sanno ma la maggior parte di noi mangia molto male e l’organismo è sempre infiammato…
L’artrite reumatoide per esempio, che consiste nell’infiammazione delle giunture, la curo con una dieta disinfiammante, sana, fresca, con molto cibo crudo e i miglioramenti sono notevoli.
Poi, per far si che vi siano miglioramenti netti e duraturi il lavoro va fatto anche sulla mente e sulle emozioni per buona parte delle malattie.

In che senso la mente è collegata a buona parte delle malattie?
Si tende a credere che le malattie siano frutto del caso, della genetica, dello stile di vita o dell’inquinamento. Queste sono solo una piccola parte della spiegazione. La realtà è molto differente. Cresciamo tutti con dei condizionamenti mentali dati dalla famiglia, dalla società dalla cultura in cui cresciamo, e sulla base di questi condizionamenti viviamo la vita e ci relazioniamo col mondo e con gli altri in un dato modo, spesso distruttivo. Ma non lo sappiamo. E ci vengono dei ‘disturbi’ che ignoriamo o sediamo con qualche pastiglia. O peggio ci ammaliamo.

Un aspetto di cui francamente non mi ero mai posto il problema ma, posso chiederti un esempio pratico?
Tornando all’artrite reumatoide, non viene a caso o si eredita geneticamente. Essa è fortemente legata alla rigidità emotiva della persona.
Le persone artritiche sono tendenzialmente persone molto severe con sé stesse che non si concedono tregua e non fanno ciò che piace loro o non esprimono le proprie esigenze. Si aspettano di ricevere dagli altri ciò che desiderano ma fanno fatica ad esprimerlo, e quando questo non avviene provano delusione e risentimento, che a volte sfocia in collera scaricata contro se stessi, bloccandosi e paralizzandosi progressivamente. Ho avuto diversi pazienti e confermo quanto scritto. Questo modo di vivere la vita viene in parte dal carattere ma molto da come si viene cresciuti. Questa spiegazione vale per molte malattie.

Avrei altre migliaia di domande da porti, ma lo spazio a nostra disposizione sta per terminare. L’argomento è decisamente molto interessante e riguarda proprio ognuno di noi che tendenzialmente tende proprio ad ignorare determinati disturbi che però, mi sembra di capire, se non curati in tempo, potrebbe degenerare ad un punto estremo del quale poi difficilmente si può uscire.
Purtroppo il rischio di sottovalutare determinati segnali del corpo o un certo malessere che si prova e si cerca di giustificare con una semplice stanchezza o stress, può nascondere in sè un problema più profonda che andrebbe sicuramente affrontato.

Non mi resta che ringraziarti per il tempo a noi dedicato e naturalmente se vorrai affrontare altre tematiche sulle nostre pagine, sei sicuramente la benvenuta.

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