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Insonnia

Gentile dott.ssa Ghezzi, le scrivo per chiederle un consiglio. Da anni soffro di insonnia. Già da piccolo ero uno dei classici bambini che faticava a dormire… Ci sono periodi (periodi che purtroppo si ripetono molto frequentemente!) dove continuo a svegliarmi la notte, i pensieri divagano e diventano quasi ossessivi, pensieri non legati a problemi grossi, anzi, a piccolezze. A volte inizio ad agitarmi ancor prima di andare a letto perché già so che non dormirò! Non riesco a ricondurre la mia insonnia a un problema specifico. Un po’ di preoccupazioni sul lavoro ci sono, ma non eccessive… Ho provato a prendere qualche prodotto naturale per conciliare il sonno, ma non sempre funziona. Quando mi sveglio la notte per non disturbare mia moglie vado sul divano per qualche minuto, a volte per delle mezz’ore. Come posso una volta per tutte risolvere questo problema? Sono una persona particolarmente ansiosa e sensibile…che sia questa la causa? Non c’è davvero nulla da fare? Grazie in anticipo per i suoi consigli… Valerio Nel corso della sua vita l’essere umano sperimenta due stati diversi di vigilanza, la veglia e il sonno, che si alternano rispettando le regole di un equilibrio psico-biologico. Il sonno permette al sistema nervoso e a tutto l’organismo di svolgere funzioni fondamentali per la sopravvivenza e si suddivide in due stati: lo stato REM (rapid eye moviment) chiamato così per i rapidi movimenti degli occhi che lo caratterizzano, in cui il corpo è immobilizzato mentre il cervello è sveglio e produce i sogni, e lo stato non REM che occupa la maggior parte della notte. Il corpo rimane mobile, i processi digestivi aumentano ma il cervello è a riposo e non produce sogni anche se la sua attività è quasi uguale a quella della veglia. Quindi anche quando dormiamo il nostro cervello è attivo, elabora gli stimoli raccolti nel corso della giornata, organizza e archivia dati, consolida e integra i ricordi, libera la mente emozionale dando spazio a paure, angosce, fantasie, sentimenti non ancora elaborati, immagini e ricordi rimossi. Ma a volte non vogliamo proprio che la nostra parte istintiva ed emozionale prenda troppa vita ne durante la veglia, quando possiamo razionalmente mantenere a freno le nostre pulsioni, tantomeno durante il sonno quando la nostra coscienza non ha più alcun potere. Cosi le emozioni rimangono come in sospeso, sempre in attesa di essere liberate e quelle che non usiamo di giorno si fanno vive di notte impedendoci di dormire. È come se il corpo ci dicesse: “Non hai usato bene le emozioni che ti ho dato, perché mai dovresti riposare? Non ti lascio dormire finché non ti “stanchi” per davvero”. Nella sua lettera Signor Valerio, non ha accennato al contenuto dei pensieri che non la lasciano dormire. Da piccoli si fatica a prendere sonno perché si ha paura di perdere il controllo degli sfinteri, di bagnare il letto e di perdere così l’amore e la stima dei genitori. E adesso che è adulto? Quale è la sua paura più grande? Se i suoi pensieri sono pensieri di angoscia, gelosia, invidia o vendetta è la rabbia che sta soffocando perché probabilmente l’ha sempre considerata un’emozione proibita e una persona arrabbiata come indegna di essere amata. Se i suoi pensieri sono pensieri di ansia, legati alle entrate e alle uscite, ai soldi spesi e a quelli risparmiati è l’emozione dell’irresponsabilità che sta tenendo a freno o l’emozione di sentirsi passivi e in balia degli eventi se i pensieri sono legati all’orologio e all’agenda sempre piena di impegni. Signor Valerio, quale è l’emozione che la farebbe stancare davvero? Perché è quella che deve imparare a sentire, per tornare tutte le notti a vivere di quelle illusioni cosi vivide e dettagliate da sembrare proprio realtà. Le terapie che la possono aiutare sono molte tra cui il training autogeno e lo yoga ma anche la terapia attraverso l’immaginazione e autoipnosi possono essere molto efficaci, oltre ad un percorso di psicoterapia che renderebbe, nel tempo, il cambiamento più veloce ed efficace. Dott.ssa Rita Ghezzi – rita-ghezzi@libero.it Psicologa clinica e psicoterapeuta in formazione

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