Rimani sempre aggiornato! - Scarica l'App di New Entry!

Inferno di Dan Brown

L’autore nasce ad Exeter, nel sud del New Hampshire, il 22 giugno 1964; prima di diventare uno dei più acclamati autori di thriller é stato insegnante di inglese e storico dell’arte. Da sempre appassionato di codici segreti, è spesso ospite di trasmissioni televisive e scrive su parecchie riviste fra cui “Newsweek” e “The New Yorker”. I suoi libri sono stati tradotti in molte lingue diventando dei best seller internazionali. Le sue opere: Il codice da Vinci, Angeli e demoni, Il simbolo perduto, La verità del ghiaccio  e Crypto.
La storia si svolge a Firenze e ritroviamo Robert Langdon, il docente di Simbologia di Harvard, che si risveglia in ospedale con una ferita in testa, un’amnesia retrograda e qualcuno che dandogli la caccia uccide erroneamente un medico. Deve fuggire al più presto e per mettersi in salvo viene aiutato dalla dottoressa Sienna, una giovane trentenne alta e slanciata che a suo tempo era stata una bambina prodigio: QI 208, virtuosa del violino, capace di padroneggiare una nuova lingua in un mese e che da sola studiava anatomia e psicologia: un genio. Proprio a causa di questa diversità si era sempre sentita sola, sin dall’infanzia. Crescendo con doti intellettuali fuori dall’ordinario aveva vissuto l’intera giovinezza con la sensazione di trovarsi in una terra straniera, un’aliena confinata in un pianeta di solitudine.
Langdon, dopo il trauma subito alla testa, ha un’allucinazione ricorrente dove appare una donna velata, una calca di morti e di corpi semisepolti con le gambe segnate dalla lettera “R” che scalciano nell’aria e poi, sospesa, minacciosa nel cielo, una strana maschera con il becco: quella che nel medioevo usavano i medici contro la peste e che nella simbologia rappresenta appunto la “Morte Nera”.
Non sa spiegarsi perché gli stiano dando la caccia fino a quando, in un risvolto segreto della sua giacca di tweed, trova celato un piccolo cilindro sul quale campeggia una semplice icona trilaterale; il moderno simbolo del rischio biologico; si tratta di una biocapsula in titanio a riconoscimento biometrico. Robert armeggia con l’oggetto, pensa che si tratti di un puntatore laser ma invece di emanare un punto rosso proietta un’immagine ad alta definizione che rappresenta la Mappa dell’Inferno; un dipinto di Sandro Botticelli che si era ispirato alla grande opera letteraria di Dante: La divina commedia e nello specifico alla prima delle tre cantiche: l’Inferno. Tra i due protagonisti s’instaura un legame empatico che li unisce e Sienna si ritrova ad aiutare Langdon a fare chiarezza sull’arco temporale che la sua mente ha rimosso e quindi, ora, si trova nei suoi stessi guai.  Chi sta cercando il professore? E a quale scopo? Il Consortium è un’organizzazione che ha la propria sede su un lussuoso yacht alla cui sala di controllo lavorano uno staff di oltre venti persone tra tecnici, analisti e coordinatori addetti al costante contatto con i vari centri operativi dell’agenzia dislocati sulla terra ferma. La sicurezza a bordo è garantita da un centro di comando elettronico di tipo militare, una piccola quantità di uomini bene addestrati, da due sistemi di rilevamento missili e da un arsenale che comprende le più moderne armi esistenti.  Il personale a bordo é diretto personalmente dal proprietario: “il Rettore”; una persona che si era creata un’enorme fortuna offrendo una varietà di servizi clandestini a figure ambigue dell’alta società. Era stato definito  in tanti modi: mercenario senz’anima, istigatore del peccato, braccio del demonio, ma non era nulla di tutto ciò. Semplicemente egli garantiva ai suoi clienti la possibilità di concretizzare i propri desideri ed ambizioni senza subire alcuna conseguenza. Se l’umanità era peccatrice per natura non era un suo problema.
La sua attività non aveva mai fallito un incarico ma a Firenze era successo l’imprevedibile; un loro cliente si era suicidato buttandosi da un campanile ed una loro agente aveva fallito l’obiettivo. Questo cliente aveva lasciato un video da mostrare ai posteri nel quale asseriva di non essere un profeta ma di essere la salvezza dell’umanità e di essere l’Ombra. L’ombra di quell’uomo in piedi che, nel video, si stagliava sulla parete di una caverna nella quale si era rifugiato e la cui testa era malformata, al posto del naso aveva un lungo becco. La sua era una voce eloquente, avvertiva che l’ignoranza metteva a rischio la sostenibilità del pianeta e che in purezza di coscienza lasciava in eredità a tutti il dono della speranza, della salvezza, del domani; “Presto saprete cosa ho lasciato dietro di me”. Firmato Bertrand Zobrist. In quella caverna era fissata una targa con la scritta: “In questo luogo, in questa data, il mondo è stato cambiato per sempre”.
La direttrice dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Elizabeth Sinskey, più di un anno prima era stata prelevata da una conferenza e portata al cospetto di Zobrist  che le spiegò la necessità di limitare le popolazioni della terra perché crescevano in modo esponenziale. Pena: la fine dell’umanità.  L’arte, la letteratura, la genetica, i codici ed i simboli fanno da sfondo alla trama di questo avvincente thriller dove niente è come sembra. I protagonisti ingaggeranno, contro il tempo ed un terribile avversario, una corsa attraverso i palazzi storici ed i musei di Firenze, di Venezia e di Istanbul alla ricerca dei sigilli che sveleranno l’arcano e salveranno la loro vita e quella dell’umanità tutta. L’incipit della storia è dato dalla rilettura dei canti dell’Inferno della Divina Commedia di Dante come chiave per sciogliere gli enigmi.
Gaboardi Angela

Condividi