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“I tempi di Anika” di Ivo Andric

Oggi vi proponiamo la recensione di un classico della letteratura balcanica del ‘900: “I tempi di Anika” di Ivo Andric. Lo scrittore e diplomatico serbo, Premio Nobel per la Letteratura nel 1961, compose  il romanzo nel 1931.
Nonostante l’impronta cronachistica, il testo è pervaso da un costante alone poetico che immerge il lettore in una dimensione epica. L’abilità stilistica dell’autore è eccelsa, tale da far scivolare la materia narrata in secondo piano.
La narrazione riporta due inquietanti episodi di violenza che sconvolsero la vita di un piccolo paese bosniaco: Višegrad. Ad inizio narrazione il pope Vujadin impazzisce sparando su di un gruppo di persona riunite in un’aia. Questo riporta alla memoria collettiva un altro episodio che aveva destabilizzato la vita del villaggio tre generazioni prima:  ai tempi di Anika. Anika è una donna misteriosa, la cui esistenza scorre all’infuori di qualsiasi schema e che esercita su chiunque la circondi una fortissima attrazione. Gli uomini la identificano con l’essenza del desiderio e sembrano non avere strumenti per resisterle. La popolazione femminile convoglia su di lei ire e invidie. Come è quindi facile dedurre, Anika non sarà esentata dalle conseguenze del suo stile di vita.
Un filo rosso si intesse tra i due momenti narrati: in entrambi gli episodi è evidente come l’umanità sia attraversata da pulsioni irrazionali che improvvisamente possono sfociare. Non dimentichiamo di inserire il libro e l’autore nel loro contesto storico-geografico. Andric visse e lavorò in una zona di costante conflitto. Era consapevole dell’esistenza dell’irrazionalità, della violenza e del loro devastante ed improvviso emergere. Infatti, nonostante il piccolo paese bosniaco teatro della narrazione sia il luogo dove l’autore è cresciuto, non abbiamo descrizioni del posto quasi il messaggio evinto dalla narrazione non debba essere ancorato a quel determinato spazio-tempo ma universalmente valido. Consiglio vivamente la lettura di questo lavoro, un vero gioiellino!
Alessandra Grazioli

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