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I MIEI RICORDI DELL’ON. ALDO MORO
UN GRANDE STATISTA ITALIANO

Le Brigate Rosse stroncarono la sua vita impegnata al servizio del paese

Nei giorni scorsi, una televisione ha trasmesso la fiction “Esterno Notte” riguardante l’On. Aldo Moro, assassinato dalla Brigate Rosse nel 1978, omicidio che segnò la storia dell’Italia.
Fu ucciso dopo 55 giorni di prigionia, il 9 maggio 1978. Prigionia che era iniziata il 16 marzo, quando il presidente della Democrazia Cristiana, venne rapito in Via Fani a Roma, con l’uccisione dei cinque uomini della sua scorta. E’ stato facile per me tornare su quei lontani e tragici giorni, rivivere momenti in cui ebbi a conoscere o a ricordare Aldo Moro. Con alcuni giovani della D. C di Brescia partecipammo nel marzo 1968 ad una tre giorni a Bologna, lui intervenne in qualità di Presidente del Consiglio dei Ministri.
Fui presente in quegli anni quando Moro venne a Brescia. Lo rividi più da vicino nel Congresso della D.C. a Roma nel marzo 1976.
Oltre che alla presidenza e al suo intervento, nella sosta pomeridiana si fermò a conversare con un gruppo di amici, gli scattai una foto, non ben riuscita, ma molto significativa ed importante per il mio impegno politico a livello locale e nella zona in quegli anni. Nel tragico giorno del 16 marzo 1978, con la morte della sua scorta e il suo rapimento, con alcuni giovani mezzanesi, partecipammo ad una imponente manifestazione che ci vide davanti alla sede della D.C. a Brescia e poi sfilare per le vie della città. Sempre con alcuni giovani, fummo presenti il 13 maggio 1978 ai funerali di Stato celebrati a San Giovanni in Laterano, con la presenza di Papa Paolo VI° (amico da sempre di Aldo Moro). In una piazza ricolma seguimmo la celebrazione, ebbi ad esprimere il nostro disagio, lutto e dolore, con qualche parola in un’intervista di Radio Uno.

In quel giorno, con la delegazione democristiana bresciana, visitammo il cimitero di Torrita Tiberina (Roma), dove Moro qualche giorno prima fu tumulato. A Mezzane di Calvisano (Bs) celebrammo in suo ricordo una commemorazione il 21 maggio. Dopo la Santa Messa, con un numeroso corteo andammo al monumento dei caduti, dove l’on. Gianni Prandini (qualche anno dopo Ministro dei Lavori Pubblici), ne ricordò il ruolo di grande statista italiano. Erano presenti molti mezzanesi e di altri paesi, compresi i rappresentanti degli altri partiti calvisanesi. Furono giorni, per chi credeva fermamente ed era impegnato a testimoniare ideali e storia di quel partito, di tristezza e sbigottimento. Avevo seguito con dolore quei 55 giorni di rapimento dell’On. Moro, attraverso i quotidiani, in particolare attraverso “Il Popolo”, organo ufficiale della D.C..
Giornali che con cura ho costudito, e che 30 anni dopo furono esposti in una Mostra del 25 aprile 2008, nella nostra Mezzane, unitamente ad alcuni manifesti che richiamavano frasi ed idee dell’On. Moro.

1978 – ASSASSINATI ON. A. MORO E LA SCORTA

Con una lettera Agnese Moro, figlia di Moro, esprimeva la sua gratitudine per quella Mostra e per il ricordo al Padre. La ritrovai più di una volta ai Convegni di Castenedolo ed in un’altra occasione quando appose il suo autografo sulla citata lettera. Un stretto collegamento a quei dolorosi fatti, ed in contatto con i suoi familiari, avvenne con alcuni incontri a Brescia, presente il più giovane dei suoi figli Giovanni Moro. Più diretto fu invece il rapporto con l’altra figlia Maria Fida Moro. Di lei ebbi ad apprezzare idee e pensieri, quando tenne per un certo periodo una rubrica su “La Discussione” settimanale della D.C. Nazionale.

1976 – Aldo Moro al Congresso

Ebbi a scriverle, nel giugno del 1986, chiedendole di sostituire la foto in quella rubrica, troppo seria, adattandola al suo animo di perdono e quindi di sorriso. Il 14 luglio sulla stessa rubrica disse: “Ero a Messa a Concesio (il 22 giugno insieme al ministro Mino Martinazzoli per ricordare il Padre), ho conosciuto uno dei lettori della “Discussione” che mi aveva scritto chiedendo tra l’altro, il cambio di foto. Mi ha dato piacere dare un volto -ed è la prima volta che mi capita- dare un volto ad uno di coloro che scrivendomi fanno vivere questa rubrica” Pose il suo autografo sulla rivista in cui gli scrissi. Con lei non mantenni una conoscenza privata, condividendo il suo pensare espresso sul settimanale democristiano, sopra richiamato. Nelle Elezioni Comunali di Brescia del 1991, Maria Fida Moro, già senatrice, viene eletta come consigliere comunale di Brescia, frutto della sua candidatura come indipendente nella lista di Rifondazione Comunista. Viste le varie difficoltà per eleggere il Sindaco, da parte della maggioranza democristiana, con una lettera al Giornale di Brescia del 26.01.1992, proposi che poteva essere Lei il Sindaco giusto, visto il suo passato da democristiana. Un mio pensiero, sul quale non mancarono vari rimproveri al sottoscritto, con qualche telefonata di buon mattino, quando non avevo ancora letto la lettera sul giornale.
Marino Marini


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