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Guendalina ed il Drago di Fuoco (3^ parte di 3)

– Ah eccoti, sei arrivato finalmente Menelì: come vedi sto zappando per togliere le erbacce che stanno soffocando le mie belle piante. Ma non stare lì imbambolato e aiutami a raccogliere un po’ di patate e cipolle per il minestrone di stasera, abbiamo certi invitati… attori, per la festa di domani al castello. Hai conosciuto Grimilde e allora dimmi che ne pensi della locanda e di mia moglie? Resterai con noi? C’è sempre bisogno di aiuto e un paio di braccia in più ci faranno comodo con tutto il lavoro che c’è.
Oltre al vitto e all’alloggio avrai una buona paga e non sentirai la solitudine perché sarai sempre in buona compagnia, parola di Arsuffo.
– Come vedi ho già preso alloggio qui Arsuffo amico mio e vi aiuterò senz’altro  anche perché il posto mi piace e tua moglie ha modi gentili e un cuore d’oro. Non direi così della vostra serva ma se non mi pesta i piedi io non li pesterò a lei, ahahah!
– Ah allora hai conosciuto Mina, però can che abbaia non morde amico mio. E’ una buona diavola, un po’ rude ma fedele e devota alla sua padrona per la quale rischierebbe anche la vita credimi. Non ruba e soprattutto non va a sparlare in giro per il paese. Imparerai ad apprezzarla vedrai. E ora al lavoro su, rimbocchiamoci le maniche se no non si mangia e come vedrai tu stesso gli ospiti di stasera sono delle buone forchette, soprattutto il conte, ahahah!

Intanto nel castello Guendalina era al cospetto del re padre e la regina madre che stavano già cenando nel salone con Lorelei.
– Guendalina, è mai possibile che non ti sei ancora cambiata. Dove sei stata?     
-Eravamo tutti in pensiero per te cara, esclamò la madre correndo ad abbracciare la ragazza. Tuo padre è su tutte le furie, non vedendoti al castello ha fatto chiamare tua sorella e Blues per sapere in quale guaio ti eri cacciata questa volta, le sussurrava intanto.
-Mi spiace padre, non succederà più te lo assicuro. Intanto cosa c’è a cena? Ho una fame da lupi. E strizzando l’occhio a Lorelei si sedette a tavola cominciando a sistemarsi il tovagliolo al collo.
– Signorina, stasera non mangerai con noi. Ti verrà servita la cena in camera tua.
Sappi che sono molto dispiaciuto del tuo comportamento, ma avremo tempo domani per poterne parlare con calma. Saluta ora tua madre e va.
-Figuriamoci se finiva bene, Guendalina va a mangiare in camera tua come se fosse colpa mia quello che è successo. Uffa! Si padre, vado.
– E non dimenticare figlia mia che domani dopo colazione vorrò ampie delucidazioni su tutto quello che è successo. Ora va, a domani!
La notte scese sul castello foriera di uno strano sortilegio che avviluppò con un magico sonno tutti gli abitanti del maniero compresi gli animali. Anche Guendalina cadde addormentata proprio mentre si stava accingendo ad andare a letto e tra sogno e realtà si vide trasportare da un bianco unicorno fino a una caverna dove l’attendeva la fata Madeleine.
– Guendalina perdonami per averti rapita ma non c’è più un minuto da perdere: solo tu potrai rompere, con il tuo coraggio, il maleficio che ha imprigionato Valenciennes in uno spazio senza tempo dal quale non può tornare. Tutti al castello stanno dormendo come te e quando si sveglieranno domani mattina non ricorderanno nulla e nemmeno tu!
– Ma cosa  devo fare per liberare Valenciennes e avere il mio abito?
– In questa caverna c’è un drago di fuoco che tiene prigioniero il tuo amico con una magia. Tu dovrai tagliargli la testa con una spada d’acciaio fredda come l’inverno e poi scappare fuori più veloce che puoi.
– Ma io non ho una spada con me, come farò allora?
– Dentro la caverna c’è un lago in fondo al quale troverai la spada di cui ti ho parlato. Io addormenterò il drago finché non l’avrai presa, ma il drago dovrà essere sveglio e sputare fuoco quando gli taglierai la testa. Solo allora la magia cesserà, va quindi. Non c’è un attimo di tempo da perdere.
– Vado, vado… (tutte a me mi capitano) diceva tra sé e sé la ragazza entrando nell’antro.
Il lago era nascosto alla sua vista da un enorme drago riverso a terra dormiente.
Ci salì sopra e usandolo come trampolino si tuffò nell’acqua gelida.   Arrivò fino al fondo e cercò a tentoni scavando nel fango la spada; trovatala cominciò a risalire mentre grida e bagliori si facevano sempre più vicini e forti  man mano che si avvicinava al pelo dell’acqua: il drago si era risvegliato e lei aveva veramente paura. Con tutta la forza e il coraggio che aveva, tenendo la spada con tutte e due le mani, emerse dal lago indossando un’armatura scintillante e saltò sull’enorme coda del bestione.
Il dragone si agitava muovendo la coda a destra e sinistra, su e giù per farla cadere e poterla così divorare ma lei agilissima come una scimmia correva, correva brandendo la spada fino al collo del drago tra il fuoco e il fumo.
E con un taglio netto gli tagliò la testa che rotolò pesantemente dentro l’acqua.
Il lago diventato rosso ribolliva mentre Guendalina saltava dal corpo senza vita del drago e se la dava a gambe verso l’uscita.
– Corri ragazza coraggiosa ed esci velocemente. Hai vinto sul drago, il tuo amico Valenciennes è libero, brava!
– E il mio vestito, fata?
– Lo ritroverai al suo posto cara, e ricorda quando ti sveglierai non ricorderai niente.
Addio Guendalina e grazie!
– Guendy svegliati… non mi dire che hai dormito in negozio stanotte.
Ma che vestito meraviglioso, di raso giallo con le rose rosse e blu ricamate. No, tu non sei una sarta ma una grande stilista.
– Lorelei buongiorno, mi sarò appisolata dopo aver terminato di cucirlo, non mi ricordo. Ho lavorato tutta la notte per finirlo in tempo.
– Credimi sorella, è un abito degno di una principessa.
– Non hai tutti i torti, devo ringraziare il mio Maestro Valenciennes che mi ha insegnato tutto quello che so!
– Lo hai superato, credimi, lo hai superato. Ascolta ha chiamato la signora Madeleine, manderà tra poco l’autista per ritirarlo… un certo Menelì. Farà di certo un figurone stasera alla prima a teatro, spero tu ti sia fatta pagare bene.
– Ehm si, grazie alla signora non dovrò più chiudere il negozio e chissà quanta pubblicità mi farà dal prossimo anno con le sue amiche altolocate.
– Te lo meriti, sei bravissima. Ricordati che stasera per la vigilia di Capodanno siamo da mamma e papà. Ci saranno anche la zia Grimilde e lo zio Arsuffo per non parlare di quella peste di nostra cugina Mina. Zia porterà dal suo ristorante tanti piatti pronti, compreso il dolce; da leccarsi i baffi… ahahah! E poi tutti a ballare. Ti consiglio di farti un riposino questo pomeriggio.
– Non posso Lorelei, alle 16.00 dovrò essere in aeroporto a prendere la mia amica Blues che arriva da Londra.
– Dormirai di più domani allora, e chi dorme il primo dell’anno…
– Dorme tutto l’anno, ahahahah!
– Ahahahah!
Daniela Zacco
fine

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