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Guendalina ed il Drago di Fuoco (1^ parte di 3)

C’era una volta un bel regno antico e sperduto nel mondo, che un nome non aveva, ma aveva tante altre cose più importanti o forse più interessanti, non lo so. Comunque, in questo regno c’era un castello in cima a una montagna dove viveva una fanciulla deliziosa, bionda e alta, di nome Guendalina, Guendy per gli amici.
Aveva una sorella minore, Lorelei, con cui si toglieva pochi anni, piccoletta e scura di capelli  e i suoi genitori erano niente po’ po’ di meno che il re e la regina. Ogni anno nel mese di settembre si teneva una gran ballo nel parco del castello ed erano invitati tutti i giovani e le giovani del regno anche quelli più brutti e poveri, non aveva importanza. Guendalina insieme a Lorelei si faceva fare un bellissimo abito dal grande sarto del reame, Valenciennes… ma quell’anno, ahimè, il vestito di Guendalina non si sapeva che fine avesse fatto perché non era arrivato e mancava un giorno alla festa.

– Loreleiiiiii, dov’è il mio vestito? Il tuo è qui ma il mio, il mio dov’è?
– Non gridare Guendy o sveglierai papà e sai che vuole essere svegliato solo dal suo gallo parlerino.
– Non mi interessa di papà e del suo gallo chiacchierone, io voglio il mio abito. Domani sera ci sarà la festa e io cosa mi metterò?
– Non fare così sorella. Vedrai che lo troveremo, abbi fede.
– No, no, no. Io voglio il mio vestito, era così bello, giallo con le rose rosse e blu.
– Non parlare al passato, non può essere sparito nel nulla.
– Ma intanto il tuo è arrivato e il mio no. Ora mi sentirà Valenciennes, fammi preparare il cavallo cara che vado a dirgliene quattro a quel sartucolo da strapazzo.
– Non per prendere le difese di Valenciennes ma sono sicura che lui non c’entra nulla. Guarda, il sacco è strappato, sicuramente lungo la strada qualcuno lo avrà tagliato rubando il vestito.
– I briganti ci giurerei, ma perché solo il mio?
– Avrai un nemico o una nemica, chi lo sa.
– Cosa faccio ora Lorelei, sono disperata. Andrò lo stesso da Valenciennes e penserò a una soluzione lungo il cammino.
– Come vuoi tu sorella, ti faccio preparare il cavallo. Ma chiederò a Blues di accompagnarti, è più sicuro.
– Grazie, che corri però: il viaggio è lungo e i briganti sono sempre in agguato. Voglio arrivare prima di sera da Valenciennes.

Intanto in piazza era giorno di mercato e in mezzo ai venditori ce n’era uno veramente speciale: “Venghino, venghino, siori e siore Menelì vi aspetta con le sue pozioni d’amore, fortuna e salute. Si avvicini bella signora, anche lei signore con la cravatta rossa, approfittatene, solo per oggi e a un prezzo speciale curerò ogni vostro male e scaccerò la nera sfortuna!”
– Menelì, vecchio brigante cosa ci fai qui? Ti credevo a marcire in qualche profonda prigione. Da dove arrivi fratello? Quanto tempo è passato…!
– Arsuffo amico mio, oh se il mondo è piccolo! Sono scappato un mese fa da un galeone che mi avrebbe portato nelle Americhe e non mi sembra ancora vero di essere finalmente un uomo libero, ahahah!
– Anch’io ancor prima di te ero stato arrestato per vagabondaggio ma la buona fortuna ha voluto salvarmi dai lavori forzati e darmi un’ultima possibilità, ahahah! Ma racconta come hai fatto a eludere la sorveglianza e a tagliare la corda.
– Grazie a un secondino di buon cuore, a cui avevo guarito la figlia con una delle mie pozioni, sono riuscito a liberarmi dalle catene e a buttarmi in acqua quando era già notte e tutti dormivano.
– E poi?
– Mi sono fatto a nuoto fino a riva e non so per quanto tempo ho camminato nella boscaglia mangiando semi, radici e dormendo sotto gli alberi, finché un giorno ho trovato una capanna abbandonata vicino al fiume in fondo alla valle.
Nei paraggi c’era un boscaiolo che ha avuto pietà di me e mi ha dato da mangiare, dei vestiti nuovi e anche dei denari in cambio di lavoro. Mi ha regalato questo mulo con il quale ora mi arrampico su per la montagna con le mie pozioni di erbe che vendo al mercato.
– Ahahahah, anche a me è successo lo stesso un anno fa: proprio in mezzo a una sommossa un mio amico galeotto ha aperto la porta della mia cella e ho potuto darmi alla fuga. Febbricitante e quando pensavo di non farcela più sono stato soccorso in un bosco qui vicino da una buona donna, una vedova, andata lì per fare legna che mi ha ospitato a casa sua, mi ha curato e mi ha dato un lavoro. Ora siamo sposati: questo amico mio è un regno fortunato, credimi, restaci e porterà bene anche a te.
– Io la buona fortuna la porto agli altri ma di mia ne ho così poca!
– Non disperare, qui potrai cominciare una nuova vita, ascolta il tuo amico Arsuffo e vieni a stare da me che posto ce n’è nella mia casa.
Ora sono padrone di un osteria con cinque camere, un orto, un frutteto e una stalla.
– Vedi un po’, ti sei messo bene compagno Arsuffo. Verrò con piacere, subito dopo il mercato se a tua moglie non arreca disturbo, beninteso.
– Sarai il benvenuto, Grimilde è di buon cuore ed è una donna saggia. Ti aspettiamo allora.
– Grazie veramente amico mio, ci sarò. (Che la buona fortuna abbia cominciato a girare in mio favore?) Venghino, venghino siore e siori, le migliori pozioni d’amore, salute e denaro a poco prezzo e solo per oggi… (perché da oggi è  iniziata una nuova vita per Menelì, grazie al Cielo. Eheheh!)
Bella signora si avvicini e la pozione d’amore sarà sua per pochi denari ancora.
Blues la custode di questo regno, era una donna alta e robusta di colore che aveva un dono particolare sin dalla nascita: la capacità di sparire e apparire in un solo istante.Accompagnava Guendy e Lorelei nei loro viaggi avvertendole se erano in pericolo e difendendole in caso di assalto perché era forte con la sua spada d’acciaio come cento uomini e veloce più del vento.
Con lei le ragazze si sentivano sempre al sicuro e tranquille in ogni frangente e così Guendy cominciò a scendere la montagna sul suo bel destriero con destinazione la pianura dove si trovava la dimora del sarto. Arrivata al palazzo o almeno dove pensavano fosse ebbero l’amara sorpresa di trovarci al suo posto un enorme buco: intorno la vegetazione era tutta bruciata  e un terribile silenzio rotto dal soffiare di un vento freddo e umido faceva da sottofondo. Guendy e Blues si guardarono intorno nella speranza di scorgere qualcosa, un indizio che potesse far loro capire cosa effettivamente era successo ma senza nessun risultato: non c’era rimasto niente.
– Da chi è stato rapito Valenciennes e dov’è ora la sua dimora con tutta la servitù e gli animali?
– Bella domanda Blues, va a casa e avverti Lorelei dell’accaduto ma non dire niente a papà e mamma per ora mi raccomando: voglio essere io a raccontare tutto stasera. Ma prima andrò più giù in fondo alla valle da Menelì a prendere una pozione per la buona fortuna. Ebbene sì, anche Guendalina conosceva il nostro amico Menelì!
continua -2

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