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Gennaio 1985: ondata di freddo (2^parte)

Il 5 gennaio un’irruzione di aria artica molto fredda colpì in pieno l’Italia, passando prima attraverso la porta del Rodano e poi anche quella della Bora. Il contrasto tra l’aria fredda e quella assai più calda del mar Mediterraneo provocò nevicate su tutta la Toscana centro-settentrionale (comprese Firenze e Pisa) e anche a Bordighera, in Liguria; mentre a Trieste la bora raggiunse i 100 km/h, a Città di Castello la neve raggiunse i 100 cm. Il Veneto e la Sardegna, a parte qualche zona, vennero coperti di neve. Qualche fiocco arrivò anche a Ragusa, nella Sicilia meridionale. Il 6 gennaio una perturbazione di origine africana raggiunse il Lazio e l’Italia centro-meridionale richiamando aria calda da sud che strisciò sopra l’aria gelida. Questo provocò intense nevicate lungo il litorale tirrenico laziale, compresa Roma, nelle Marche, in Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Calabria, Basilicata e anche sull’isola d’Ischia. Insolita e suggestiva fu la neve con accumulo a Orbetello e Civitavecchia che, statisticamente, vivono questo evento assai raramente. Lo stesso sistema nuvoloso, prima di raggiungere l’Italia centro-meridionale, aveva portato nuove nevicate anche lungo le coste mediterranee della Spagna e della Francia e perfino in Marocco, Algeria e Tunisia, sui cui altopiani vi fu un accumulo di quasi un metro. Particolarmente colpite da nevicate eccezionali furono Marsiglia e Barcellona. Nel capoluogo catalano la coltre di neve rimane sul suolo più di una settimana, cosa non vista dall’800. Proprio in Piazza San Pietro a Roma viene ricordato l’Angelus celebrato da Papa Giovanni Paolo II sotto la neve.
Il 7 gennaio, crollò la temperatura a Genova, Trieste, rispettivamente con -6,8 °C (record assoluto), -8 °C, città che raramente hanno minime molto basse a causa dello scarso fenomeno dell’irraggiamento notturno; record storico anche alla stazione meteorologica di Albenga con -12,4 °C e presso la stazione meteorologica di Capo Mele con -4,5 °C, mentre nella Riviera di Levante La Spezia registrò una temperatura minima di -7 °C. A Roma e ad Aosta le temperature minime furono rispettivamente di -8 °C e -16,4 °C. In montagna le temperature furono da primato: -21,4 °C sul Monte Cimone e -33 °C a Fusine di Tarvisio in Friuli. Il lago di Massaciuccoli, in Versilia, gelò completamente a causa delle temperature bassissime (-15 °C nei dintorni di Lucca). L’8 gennaio continuarono le nevicate su Toscana, Lazio, Umbria, Campania e pianura padana centro-orientale; temperature gelide su Alto Adige (-30,0 °C presso la stazione meteorologica di Dobbiaco e -15 °C a Bolzano), in Veneto (-23 °C a Cortina d’Ampezzo, -27 °C a Santo Stefano di Cadore e -31 °C sul Passo Pordoi) e in Irpinia (-18 °C).  Cominciarono a gelare fiumi come il Po, l’Arno e alcuni fiumi marchigiani. Nella Romagna Toscana furono raggiunti -26,0 °C di temperatura minima presso la stazione idrologica di Firenzuola: tale dato risulta essere il valore ufficiale più basso registrato presso le varie stazioni meteorologiche della Toscana dall’inizio delle relative serie storiche.Più a sud, la stazione meteorologica di Foggia Amendola raggiunse il record assoluto di -10,4 °C. Il 9 gennaio la coltre di neve raggiunse i 40 cm su Firenze e ben 80 cm in val di Cecina. A Bologna, caddero 30 cm di neve in poche ore. Ancora neve su Roma, L’Aquila, dove ormai il manto bianco superava i 50 cm, e anche su Napoli (10 cm), a Capri e lungo tutte le coste della Campania. Neve storica a Cagliari, dove il giorno precedente si era registrata una minima di -2 °C, cosicché la Sardegna appariva completamente imbiancata fin sulle coste. L’Isola venne investita da tormente di neve in stile “blizzard” e in molte località poste a quote collinari si superarono i 50–60 cm di manto nevoso; da segnalare lo storico record di freddo di -2,0 °C lungo la costa orientale dell’isola presso la stazione meteorologica di Capo Bellavista, che solo in occasione delle più violente ondate di freddo riesce a scendere al di sotto dello zero.
Nel corso della mattinata, si aprirono le prime schiarite in Toscana e sull’Italia settentrionale, che furono la causa dell’intenso raffreddamento durante le notti successive. La giornata si concludeva in serata con la neve che, con alcuni fiocchi, raggiungeva anche il litorale della Sicilia, presso Punta Raisi, e nella Conca d’Oro, a seguito di un brusco abbassamento di temperatura. Mentre praticamente tutta l’Europa era nel gelo, in Groenlandia era “primavera”: Nuuk registrò una minima di 0 °C e una massima di ben 9,6 °C
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Fonte Wikipedia

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