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FIAT PANDA, PICCOLA GRANDE AUTOMOBILE

Credo che più o meno tutti conoscano la vettura di cui parlo oggi, almeno il nome. Negli anni non ha rappresentato solo la suddetta macchina ma una categoria di automobili. “Sì, più o meno è come la Panda, stesse misure, stessa funzionalità”. Nel corso della mia esperienza lavorativa nel mondo delle auto, spesso mi è capitato di usare frasi simili per descrivere sommariamente magari al telefono un’utilitaria a potenziali clienti.

La piccola torinese coniugava tutta la funzionalità e la praticità di un’auto per tutti i giorni, spartana e leggera, con uno stile riconoscibile e unico. La prima serie, la Panda 30, era equipaggiata con un bicilindrico ereditato dalla Fiat 126. Raffreddato ad aria con 30 CV di potenza, non tantissimi ma dato il peso piuma di 700 kg, erano più che sufficienti per renderla scattante ed agile nel traffico cittadino di quegli anni. Diversamente si poteva optare per la versione 45, che montava il quattro cilindri della Fiat 127, con raffreddamento ad acqua e 45 CV di potenza. Le linee squadrate erano figlie di quei tempi e della matita di Giugiaro che vinse per quel progetto il prestigioso “Compasso d’oro” edizione 1981, il più antico e prestigioso riconoscimento di design industriale al mondo.
Gli interni erano spartani, pieni di vani porta oggetti e spazi dove riporre materiale.

Questo la rese un’auto adatta ai giovani ma anche a piccoli imprenditori o contadini che necessitavano di un mezzo leggero, spartano e veloce in grado di trasportare anche piccole quantità di merci. Altra peculiarità della Panda era la possibilità di abbattere tutti i sedili e creare una sorta di letto, utile per poter riposare magari durante un lungo viaggio. Giugiaro per esaltarne le doti di carico disse che si potevano caricare a sedili posteriori reclinati due damigiane da 50 litri di vino.

Fu da subito un successo clamoroso che costrinse la Fiat ad allungare i tempi di consegna sino a 12 mesi.
Significativo nel 1982 l’arrivo della 45 Super, che introdusse il cambio a cinque rapporti in virtù delle quattro marce disponibili sulle versioni sino a quel momento commercializzate. Famose le versioni Van circolate per decenni di proprietà della Sip e poi delle Telecom.
Vetture due posti con divisorio inamovibile, che aumentava di molto la capacità di carico.

Nel 1983 un altro significativo step: la commercializzazione della versione 4X4 prodotta in collaborazione con la Steyer Puch, anche qui un clamoroso successo. Anche oggi le Panda 4X4 sono le più ambite e preziose. La piccola torinese diventa un’arrampicatrice nata, grazie al passo corto e al peso piuma diviene una della auto a trazione integrale più famose e ricercate. In questo caso motore da 965 cc e 48 CV di potenza.
Pensate che nel Luglio 1984 già si era festeggiato il milionesimo esemplare prodotto.

La Panda prima serie rimase a listino pur opportunamente modificata sino al 2003.
Ventitre anni, un record che la fa entrare nell’olimpo delle Fiat più longeve di sempre.
Ne hanno fatto tantissime versioni e ad oggi alcune sono già da tempo nel mirino dei collezionisti. Io vorrei la versione “Italia 90” dedicata alle notti magiche degli azzurri.
Versione limitata celebrativa dei mondiali di calcio, che quell’anno si svolgevano in Italia.
I goal di Schillaci e quelle infinite notti estive in cui il paese sfiorò il sogno mondiale…
Bennato e la Nannini aveva dato anche una perfetta colonna sonora a quell’estate italiana.
Sì, credo che vorrei quella, una Italia 90…
A trovarla, ad un prezzo non da rapina… la Panda resta un simbolo del nostro paese non meno di una 500 o di una Topolino…
Antonio Gelmini

Per curiosità o valutazione su vetture di interesse storico inviare una mail a: meccanicagelmini@gmail.com
Meccanica Gelmini Italia

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