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“FAVOLA DI ESOPO E SOLIDARIETÀ”

Le favole sono metafore della vita reale che fanno riflettere anche noi adulti, non solo i bambini. Non sempre c’è un lieto fine, ma in ogni caso, più o meno apertamente, racchiudono tutte un insegnamento, una morale senza tempo. Molto eloquente questa favola di Esopo.

C’era un uomo che aveva un asino e un cavallo. Un giorno stavano viaggiando per la strada e l’asino disse al cavallo: ”Prendi un po’ del mio carico se non vuoi vedermi morto”.
L’altro non ne volle sapere e l’asino, sfinito dagli stenti, stramazzò e morì. Allora il padrone trasferì sul dorso del cavallo tutto il carico che trasportava l’asino e in più la pelle della sua carcassa.

Il cavallo allora piangendo esclamò: ”Ahimè disgraziato! Che cosa mi è successo, povero infelice! Per aver rifiutato parte di quel peso, ora sono costretto a portarlo tutto e in più anche la pelle!”

Questa favola, all’apparenza banale e scontata, rispecchia situazioni che spesso viviamo. Ci insegnano che con poco impegno, rispetto e solidarietà verso chi è in difficoltà, potremmo e dovremmo fare del bene agli altri e inconsapevolmente anche a noi stessi.

Molti gli esempi: il dono del sangue, del midollo, degli organi (il più tardi possibile); ma anche solo un po’ del proprio tempo per far compagnia agli anziani soli, ai bambini malati in ospedale, ecc…


In ogni comune ci sono tante associazioni onlus che operano in vari settori: sanitari, sociali, ambientali, tutte sempre alla ricerca di nuovi volontari, di ogni età e di solito senza particolari competenze, se non buona volontà e un po’ di disponibilità.

Con poca fatica si può fare davvero tanto, si prova grande gioia e benessere psicologico, perché è vero che fare del bene agli altri fa molto bene anche a sé stessi.
Olfi Ornella

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