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BERE UN BICCHIERE DI LATTE È DIVENTATO UN LUSSO?

Volge in spuma l’ora, si fa densa, buia, impenetrabile. Serotini pensieri, solerti, dappresso fanno da spola ad infiniti passaggi dalla luce all’ombra.
Meriggio non dissimile dai mille che va’ consumandosi nel complicato intrico di giorni uguali e diversi. Una donna, canuta, volto segnato da rughe profonde, braccia appese lungo i fianchi, veste sottile irrorata di fiori passi, dritto negli occhi mi fissa, il dito punto come a voler puntualizzare una questione di estrema delicatezza, importanza.
Allineati i prodotti sugli scaffali, in bella vista invitano all’acquisto.
Hanno vesti colorate, scritte sgargianti, sapori esotici, al tatto alcuni paiono essere di seta.
Alla mente ritorna il personaggio di Italo Calvino, l’amato Marcovaldo, i suoi misfatti, disgrazie, in particolar modo, data la miseria in cui la famiglia viveva, il diletto di concedersi obbedendo alla voglia cieca di riempire il carrello della spesa sino all’orlo, uno per ogni componente della famiglia assaporando anzitempo sapori e sofficità che mai avrebbero sentito per poi, poco prima di giungere alla cassa, riporre con grazia e solerzia ogni cosa al proprio posto rimirando infine, con sguardo compunto, la magrezza di una spesa troppo cauta. La signora il cui stupore arresta il passo, osa proferire parola, riempire l’aria di poche parole il cui sapore sono macigno e desolazione.
“Mi scusi signora” chiede” .. bere una tazza di latte è diventato un lusso? Vede questo latte, due giorni fa costava 15 centesimi in meno, guardi oggi, sfiora l’euro ….”.

Asserisco, senza neppure avere il tempo di riflettere, presa così alla sprovvista, mi permetto di posarle una mano sull’ossuta spalla rassicurandola, dicendole che la politica è balorda e meschina pur tuttavia di non preoccuparsi poiché a breve ogni cosa si sistemerà. Si fanno piccoli, a fessura, gli occhietti di un colore indefinito; scuote la testa e s’allontana, rapita da chissà quali astrazioni.
Per qualche istante l’inseguo con lo sguardo poi il rumore si fa caos, confusione, gesti affrettati.
Più tardi, confrontandomi in famiglia, narrando l’accaduto, trovo condivisione e preoccupazione comune per l’aumento incondizionato ed insensato dei prodotti di prima necessità.
Nel frattempo i canali televisivi sono invasi da politici incravattati che imbrattano pareti di sterco, seminano menzogna, irrispettosi, si fanno belli, generosi, comprensivi, promesse che svaniranno al sorger del sole. Ticchettìo rapido di tempo che avanza, inghiotte, deruba, osa gettare un richiamo d’allarme: “Dove ci stanno portando? Cosa ne sarà di noi? Quale triste destino ci attende? “
Ed ancora: “la vita sotto il sole è forse solo un sogno o è l’apparenza di un mondo davanti a quello che sento, vedo ed odoro?”.
Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste

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