Una sera che è tardi sono a casa degli zii. Quelli ricchi. Quelli strani. Quelli che con tanta fatica, tanto impegno e anche un pizzico di fortuna hanno costruito tanto. E anche guadagnato tanto. Ricchi, bhé. Molto benestanti, insomma.
Una casa in centro città grande tre volte la mia.
Vacanze in posti esotici. Un po’ di invidia ci può anche stare. E strani. Perché ai miei occhi le famiglie allargate, sia pur comprensibili o belle, sono sempre risultate distanti dal mio modo di essere. Insomma. Un albero genealogico da capogiro tenuto insieme da una serenità e un amore tra tutti i componenti che mi sbalordisce.
Ma sto divagando. Questa sera siamo a cena da questi zii insieme ai miei genitori e anche a tutti gli altri. Zii, zie, cugini. Forse qualche nonno. Io ero piccolo ma non troppo.
Tra tutti i cinque cugini giocavamo fino ad essere esausti in quella casa che sembrava un castello, con ampie stanze piene di oggetti dalle mille provenienze. Buddha, mobili di ottone brunito, drappeggi damascati.
![](https://www.newentrymagazine.it/wp-content/uploads/2022/05/SCALMANA.jpg)
C’erano letti enormi e bagni con i gradini, che portavano alla vasca da bagno in centro alla stanza. Poi un lungo corridoio di servizio, dove si annidavano i fantasmi della nostra fantasia.
Ad un certo punto è l’ora di andare a dormire. È deciso che io vada dalla zia Lucia, insieme al cugino Luca. Ci aspettano un paio di giorni di film, giochi al computer, battaglie e finzioni. Sono al settimo cielo!
Claudio, quello ricco e strano, si offre di accompagnarci. Non è molta la strada di notte e non mi è del tutto chiaro dove siano ubicate le varie case nella cartina della città. Comunque saliamo in macchina. Io, Luca, Claudio e Lucia.
Gli zii chiacchierano. Noi bambini dietro stiamo già giocando. La macchina è per noi un’astronave di Guerre Stellari.
Una pausa di silenzio tra giochi e chiacchiere e dalle casse dell’autoradio sgorgano le note di una canzone di Battisti.
Zitti! Zitti! dice Claudio. Questa è stupenda! Battisti era la sua passione.
La musica ancora moderna nonostante tutto.
Le parole poetiche. La voce quasi stonata.
Forse Battisti lo avevo già sentito, ma non così.
Arriviamo a destinazione, ma la canzone non è ancora finita. Allora Claudio riparte e gira intorno all’isolato una, due, tre volte. Tanto le strade a quest’ora sono deserte. E Milano è così bella di notte. E la musica dolce e sgraziata mescola tutto. E lo zio che canta. Ed è così che ti ricordo.
Che canti Battisti.
AGO
![](https://www.newentrymagazine.it/wp-content/uploads/2022/05/ISOGOLD-MAGGIO-2022.jpg)