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Ayrton Senna: gran premio di San Marino

Gara
Prima partenza
La gara cominciò con un grave incidente al via: la Benetton di Lehto rimase ferma in griglia, e venne colpita dalla Lotus di Lamy, già lanciata a discreta velocità. I detriti dell’incidente finirono in tribuna, ferendo nove spettatori,uno dei quali rimase in coma per essere stato colpito da una gomma. La necessità di ripulire la pista costrinse a far entrare la safety car, condotta dal pilota Max Angelelli. L’uso della safety car era fortemente messo in discussione all’epoca, dato che le vetture usate in quegli anni (in questo caso una Opel Vectra), quanto a prestazioni, non permettevano velocità alle quali le Formula 1 potessero mantenere facilmente le gomme in temperatura; pertanto la decisione causò proteste tra i piloti.
Pulita la pista, comunque, la gara riprese, con Senna al comando, che subito segnò un tempo velocissimo (risulterà essere il terzo crono più veloce della gara).
Durante il settimo giro, alle 14:17, mentre affrontava la curva del Tamburello, la Williams del brasiliano non riuscì a curvare ed andò dritta, a causa della rottura del piantone dello sterzo (modificato dai meccanici su istruzioni dello stesso Senna prima della partenza), colpendo con violenza il muro di protezione. La telemetria mostrò che la vettura entrò nella Tamburello ad una velocità di circa 310 km/h e che Senna, non riuscendo a curvare, frenò bruscamente, riducendo la velocità a 211 km/h nei 2 secondi che intercorsero tra l’uscita di pista e l’impatto col muro, che fu quasi frontale. Nell’urto, l’auto subì la rottura del musetto e la distruzione pressoché totale del retrotreno e del lato destro; l’energia cinetica era tale che la macchina rimbalzò all’indietro verso la pista, toccò una striscia d’erba che separava il tracciato dalla via di fuga e si fermò, una cinquantina di metri più avanti, sempre nella via di fuga. Nell’impatto, una sospensione dell’auto si spezzò, portando con sé una gomma, che colpì Senna alla testa, provocando un grave trauma cranico. Inoltre il braccio della sospensione penetrò nel casco attraverso la visiera e trafisse Senna nella regione del lobo frontale destro, poco sopra l’occhio, provocandogli gravissime lesioni a livello cerebrale.
La gravità dell’incidente, anche in questo caso, fu subito evidente, e la direzione di gara espose la bandiera rossa.
I soccorsi furono rapidi: nel giro di due minuti i medici accorsero presso la vettura, tolsero il casco al pilota e lo estrassero dall’abitacolo, distendendolo per terra a fianco della vettura. Intervenne in quel mentre anche il medico ufficiale di gara, dottor Sid Watkins, che provvide subito a tenergli aperte le vie respiratorie con la praticazione di una tracheotomia, a tamponare l’emorragia e a trasfondergli del sangue per integrare quello perso. Nelle immagini televisive si vide chiaramente un’ampia pozza di sangue lasciata per terra là dove era disteso Ayrton. Watkins, vista la gravità della situazione, chiese l’intervento dell’elisoccorso, che fu subito fatto atterrare alla curva del Tamburello.
In quei momenti concitati, qualcuno autorizzò il rientro in pista di Érik Comas, su Larrousse, che non era ripartito insieme agli altri ma era rimasto fermo a lungo nei box per riparare l’alettone posteriore rovinato da una toccata: il francese, ignaro della situazione, evitò per poco di investire i mezzi di soccorso, e dopo aver visto di persona lo stato del collega ferito, decise di ritirarsi dalla gara (la direzione di gara era comunque intenzionata a squalificarlo per il grave pericolo causato).
Alle ore 15:00, Senna venne caricato a bordo dell’elicottero, che decollò dalla pista, diretto all’Ospedale Maggiore di Bologna, con a bordo anche l’assistente del dottor Watkins, l’anestesista Giovanni Gordini. La nuova partenza venne data dopo 37 minuti, con classifica finale per somma dei tempi (in quanto il numero di giri percorsi dalla partenza era maggiore di due).

Seconda partenza
Dopo un tentativo di fuga della Ferrari di Berger, Schumacher riprese il controllo della situazione, e, pochi giri dopo, l’austriaco fu bloccato da un guasto meccanico. Larini si mise allora in luce con la seconda Fer

rari, occupando stabilmente la seconda posizione, e prendendo brevemente il comando quando Schumacher effettuò il suo rifornimento. A dieci giri dal termine, nella pit lane, avvenne un altro grave incidente: la Minardi di Alboreto, che stava uscendo dai box dopo un cambio gomme, perse una ruota posteriore che finì ad alta velocità tra i meccanici delle altre squadre assiepati nella corsia, ferendone tre della Ferrari, uno della Lotus ed uno della Benetton.La pit lane si affollò di paramedici e ambulanze, intervenuti per prestare i primi soccorsi ai meccanici, ma ciò non comportò la sospensione della corsa. Trasportati in ospedale, i meccanici coinvolti si rivelarono comunque in condizioni non gravi.
La gara vide quindi la vittoria di Schumacher, davanti a Larini e Häkkinen. Saliti sul podio, i piloti, memori dei fatti dei giorni precedenti ed informati degli incidenti della gara, mantennero un atteggiamento composto, non festeggiarono la loro prestazione e non aprirono lo champagne.
Dopo gara
Nel dopo gara le attenzioni erano concentrate sulle condizioni di salute di Ayrton Senna, che era nel frattempo giunto all’ospedale di Bologna. L’équipe del reparto di rianimazione lo sottopose subito ad una TAC, che evidenziò la presenza di un vasto trauma a livello cerebrale, oltre ad un’insufficienza cardiaca e respiratoria che fu subito trattata. Frattanto, i Carabinieri provvidero a sequestrare il casco e la monoposto di Senna. Alle ore 18:15, Leonardo, fratello del pilota, chiamò un prete affinché prestasse ad Ayrton l’estrema unzione. Alle 18:40 del 1º maggio, la dottoressa Maria Teresa Fiandri, del Reparto Rianimazione dell’Ospedale Maggiore di Bologna, annunciò in diretta televisiva la morte cerebrale del brasiliano, sebbene il referto individuasse l’ora effettiva della morte alle 14:17, ossia al momento dell’impatto con il muretto.
Le conseguenze del fine settimana di Imola portarono una vera rivoluzione nel mondo della Formula 1. Il circuito venne ampiamente rivisto, con interventi in tutti i punti teatro di incidenti nel fine settimana dell’edizione 1994. Inoltre, la FIA stilò un pacchetto di modifiche, da attuarsi con diverse scadenze, per ridurre drasticamente le prestazioni delle vetture. Venne introdotto il limite di velocità nei box ed i piloti ricostituirono la GPDA, che permetteva loro di esprimere in modo unitario il proprio parere soprattutto su questioni di sicurezza. Molti circuiti vennero modificati nei punti potenzialmente pericolosi, con alcune soluzioni di emergenza (come chicane posticce formate da pile di gomme) introdotte temporaneamente dove non fosse possibile effettuare interventi più elaborati prima dell’edizione 1994 della gara (Barcellona, Montreal, Spa).Per Senna i funerali di Stato ebbero luogo il 5 maggio 1994 a San Paolo in Brasile, alla presenza di tantissimi rappresentanti del mondo delle corse passato e presente. Il 7 maggio ebbero invece luogo a Salisburgo, in Austria, i funerali di Roland Ratzenberger, alla presenza del presidente della FIA, Max Mosley. L’incidente di Senna resterà per 21 anni l’ultimo con conseguenze mortali in una competizione di Formula 1, fino al Gran Premio del Giappone 2014, segnato dal grave incidente occorso al francese Jules Bianchi, poi deceduto il 18 luglio 2015 dopo 9 mesi di coma.

Fonte: Wikipedia

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