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ALFA ROMEO SZ: FINE ARTIGIANATO ITALIANO

L’auto di cui parlo oggi, è un’autentica pietra miliare dell’Alfa Romeo, forse l’ultima sportiva prodotta dall’Alfa con una modalità praticamente artigianale, in collaborazione con Zagato. Ne fecero 1035 esemplari e rimarrà l’ultima realizzazione dell’atelier milanese a superare tali numeri di produzione. Cifre che rimangono comunque all’interno di numeri molto bassi, se si considera che poi negli anni fisiologicamente alcuni esemplari vengono distrutti in incidenti o trasformati per altri usi. Difficile sapere ad oggi quanti ne restano in condizioni del tutto originali. Adottava il raffinato schema transaxle abbinato al ponte DeDion al posteriore, per migliora il bilanciamento dei pesi, offriva inoltre di serie il differenziale autobloccante.
Per lo sviluppo della vettura si è attinto a piene mani dall’esperienza dell’Alfa Romeo con la 75 IMSA. Sotto il cofano troviamo il leggendario ed irripetibile V6 Busso, storico propulsore della casa di Arese. Portato a tre litri e 210 CV di potenza, motore eccezionale anche se necessita di manutenzioni regolari e scrupolose.


Toccava i 245 km/h e passava da 0 a 100 km/h in 6,5 secondi. Veloce e stabile, di grande soddisfazione da guidare, ho avuto la fortuna di averne una in prova per un paio di giorni, vettura da 10 e lode!
Sterzo preciso e inserimenti in curva ottimi, sound molto coinvolgente e tutto il sapore di una macchina vera, con pochissima elettronica. La carrozzeria è in pannelli in Modar e fibra di vetro incollati alla carrozzeria.
Montava inoltre un sistema di regolazione idraulica dell’altezza dal suolo delle sospensioni derivato anche questo dalla 75 IMSA.
La linea è davvero estrema, sei sono i proiettori anteriori e al posteriore troneggia il grosso alettone di colore nero.

Tutta la produzione è rossa con alettone nero, ad eccezione di quella di Andrea Zagato, totalmente nera. Allo sviluppo della vettura collaborò in maniera attiva e molto consistente Giorgio Pianta, pilota e collaudatore di lungo corso, e proprio grazie a lui se la macchina è così bella da guidare. Dentro ha sedili avvolgenti, marcatamente sportivi, volante in pelle nera e acciaio stupendo. La strumentazione è tutta rivolta verso il pilota per consentire una facile e veloce lettura. Sedersi all’interno anche semplicemente a vettura spenta, è davvero un’emozione e se amate le auto come me, potete capire ciò che ho appena scritto.


L’atmosfera è di quelle che oggi difficilmente si possono provare. In quei due giorni che l’ho avuta in prova, mi è capitato di incrociare su una strada tortuosa qui nelle mie zone, una Abarth 595, la macchina non era mia per cui non ho esagerato ma il ragazzo che stava sull’Abarth, non è andato da nessuna parte e la spavalderia iniziale nello sfanalare e chiedere strada è durata poco.
Le eccellenti doti dell’Alfa, la proverbiale stabilità e lo sterzo di una precisione chirurgica hanno fatto sì che l’SZ tenesse il passo della seppur veloce e molto più giovane compatta.
Antonio Gelmini

Per curiosità o valutazione su vetture di interesse storico inviare una mail a: meccanicagelmini@gmail.com

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