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Acqua aprilina

Fu quando la cisterna si riempì
di acqua aprilina
e un’algebra sottilissima inghiottiva
tutti i sensi degli uomini in un punto.
Occhi lunghi di gru trattenevano l’ombra
sui rilievi delle felci;
crescevano le ali dei merli
e il bosco era come l’unghia
che s’infilza con un colpo secco.
Era tutto nuovo e strano,
eppure un peso abituale
nell’aria sequestrava la speranza.
(da Pozzo di neve, Crocetti, 2005 –
Traduzione di Francesco Ardolino)
“La poesia anticipa il futuro e fornisce il codice perché dalla completa distruzione qualcosa si salvi”: questa è la visione poetica della poetessa catalana Susanna Rafart (Ripoll, 1962), qui applicata a un risveglio primaverile della cittadina di montagna alle falde dei Pirenei dove ha vissuto.

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