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VIOLENZA SULLE DONNE

Il 25 novembre è la Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza sulle donne. Tale ricorrenza è stata istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unte nel 1999. Si è optato per tale data in ricordo delle tre sorelle Mirabal che furono deportate, violentate e uccise il 25 novembre 1960 nella Repubblica Domenicana.

Facciamo il punto sulla violenza sulle donne! Come siamo messi?
Ma a che punto siamo in realtà?
Per lo più sono i mariti, i fidanzati, i compagni a mettere le mani addosso alle donne provocandone se non la morte quanto meno delle ferite e se fanno male botte e sberle non da meno fanno soffrire i soprusi, i ricatti morali o lo stalking.
Ma vi sembra normale? Non credo proprio!
Ma nonostante questo sarò il più imparziale possibile nell’esporre i fatti.

Alcuni dati.
Nel nostro Paese il 31,5% del “gentil sesso” ha subìto una qualche forma di violenza.
Recentemente, il Viminale ha comunicato che dall’inizio del 2023 le vittime di femminicidio sono un centinaio (e il 2023 al momento in cui scrivo non è ancora finito).
Sono dati che fanno paura e che sembra debbano tornare di attualità quando succede qualche fatto drammatico per poi sparire nel dimenticatoio di lì a breve!
Ma non è assolutamente giusto… di questo si deve continuare a parlare in modo tale che si faccia realmente qualcosa in modo che non ci sia più nessuna donna che debba soffrire atrocemente per mano di qualcuno che dice di amarla. Sicuramente però questo non è amore. È una forma, come già detto, sbagliata di possesso…
Tanto è vero che secondo un sondaggio condotto dalla Fondazione Libellula Impresa Sociale si afferma che solo il 33% dei ragazzi tra i 18 e i 19 anni ritenga non accettabile che un ragazzo diventi violento in seguito ad un tradimento. Ecco il motivo per cui se si vuole cambiare qualcosa bisogna far capire ai giovani che alla base di una relazione affettiva non c’è mai il possesso e l’aggressività. Se non riusciremo a far capire alle nuove generazioni questi concetti base ci saranno, ahimè, ancora tantissime donne che subiranno delle violenze. E’ importante che sia la scuola che le famiglie facciano passare questo messaggio fondamentale!

Ieri come oggi?
Sono ancora tante le donne che subiscono dei soprusi tuttavia al presente la situazione sta cambiando! Nel senso che le donne adesso sono più consapevoli dei loro diritti seppur i numeri siano ancora molto alti.+

Come mai i numeri delle donne maltrattate non si abbassano?
I numeri delle donne maltrattate non diminuiscono forse perché si pensa sempre che “a me una cosa del genere non possa mai capitare”
E prima di realizzare quello che sta succedendo e agire passa un po’ di tempo.
Le donne maltrattate sono di qualsiasi ceto sociale, sia giovani sia anziane, e non c’entra avere un’istruzione superiore oppure no né tanto meno essere del Nord o Sud Italia.

Come mai le donne aspettano a denunciare il compagno violento?
I motivi per cui non si denuncia subito determinati soprusi sono tanti.
Non si denuncia per paura di quello che potrebbero dire gli altri, amici o parenti, perché si crede che sia in parte loro (della donna) la colpa se lui la picchia (la donna crede di aver provocato in qualche modo la reazione dell’uomo e, quindi, di meritare le botte o peggio), per motivi economici in quanto si dipende in tutto e per tutto dal compagno e si teme che lasciandolo non si avranno più i mezzi di sostentamento.
Questi credo siano i principali ma sicuramente ce ne sono altri e servono per dare un’idea di massima della situazione.

Come aiutare le donne in difficoltà?
Ci sono tante associazioni come, ad esempio la Casa delle Donne (per informazioni contattare il seguente recapito telefonico +39 348 3430809 dal lunedì al venerdì dalle 16 alle 19.30il mercoledì anche dalle 10 alle 13) che aiutano le persone in difficoltà.
Ma più in generale se si conosce qualche persona che sta subendo delle angherie bisogna starle vicino senza farla sentire in colpa e convincerla senza sforzarla a denunciare quanto le sta succedendo prima che sia troppo tardi.

Concludo, come sempre, ricordando che non sono una psicologa ne qualcosa del genere e neppure una femminista, ma solamente una persona che ama studiare da autodidatta la menta umana e tutto ciò che ci riguarda da vicino.
Monica Palazzi

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