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Viaggi infiniti

Infiniti gli anni trascorsi,
un’eternità, da quando piccina
con in cuore un mare di sogni e di speranze,
ci trasferimmo dal paese natale al nord
andando incontro, all’ignoto
a luoghi e lingue sconosciute,
a sguardi indagatori a fini cattiverie, che investivano gli immigrati, impunemente, con crudele ferocia.
Mia madre, ricordo, ci stringeva al petto, piangendo
muta contava i passi, che la separavano dal sole
mio padre, energico, con la pelle scura
caricava grossi, pesanti pacchi sul camion.
io e mia sorella, osservavamo quell’andirivieni,
di vite con fare distratto,
troppo piccole forse per comprendere.
Eccitazione fine, ci univa, salsa, corposa
che le membra attanagliava, condendole di meraviglia
mettendo nelle gambe, un desiderio incauto, di andare
portati come la polvere, dai venti, dalle burrasche.
E tutto si consumava, nello spazio di pochi secondi
il tempo di un abbraccio, di un saluto fugace
prima che il rombo, assordante, ruggente quanto delicato
desse inizio al viaggio.
Tante le lune passate,
di esse vaghi cocenti avvolgenti ricordi
tanti i volti volati in cielo
infinite le mutazione, d’animo e di spirito
che di passo in passo, hanno segnato,
l’animo di ciascuno, forgiandolo con tenera arguzia
mettendo sui nostri cammini prove, pesanti,
delicati fiori, evanescenze perlacee.
Un pensiero per te mamma
una carezza per le  tue lacrime
inghiottite dal vento, alle tue mani serrate
che forte stringevano le nostre, per i tuoi occhi
che quelli di papà cercavano,
chiedendo conferma, sostegno, consolazione.
Un abbraccio
che indiviso
vorrei ti giungesse
ai piedi del colle deposto
con intrepida tenerezza
veleggiando sublime
traslato fra cielo e terra.
Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste

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