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Vero o Falso?

In quest’ultimo periodo, si sente spesso parlare di falsi ciechi o presunti tali, sia dai giornali che dalla televisione.
Frequentemente la cronaca racconta di persone scoperte a compiere azioni ritenute impossibili per chi ha una disabilità visiva: mandare messaggi con il cellulare o lo smartphone, avere un profilo Facebook, tagliare l’erba del proprio giardino, prendere i mezzi pubblici da soli, attraversare la strada prestando attenzione alle auto, giocare a carte, ecc ecc.
Ma siete sicuri che ciò risponda a verità?
Siamo un gruppo di ipovedenti e non vedenti di Brescia e vorremmo spiegarvi a grandi linee come  chi vede poco o nulla può vivere in autonomia usando diversi accorgimenti.
Ipotizziamo una giornata tipo: come tanta gente, anche molti di noi lavorano, e per recarci in ufficio utilizziamo i mezzi pubblici.
Per chi vede è tutto semplice; arriva l’autobus, lo ferma e vi sale. Per noi che abbiamo difficoltà visive le cose sono un po’ diverse. Arriva l’autobus e siamo costretti a fermarlo indipendentemente dal fatto che sia quello giusto o meno. Alcuni di noi usano un monocolo per individuare il numero, e per leggere gli orari, mentre i più fortunati, si abbarbicano sul palo che indica la fermata muniti di lente di ingrandimento.
I non vedenti utilizzano il bastone bianco o sono accompagnati dal loro cane guida, sono quindi più facilmente individuabili, gli autisti si fermano esattamente dinanzi a loro, aprono le porte e dichiarano la linea di percorrenza.
C’è chi si stupisce del fatto che individuiamo la nostra fermata di discesa, come se fossimo extraterrestri, ma siamo comuni mortali che semplicemente stanno più  attenti di chi può basarsi sulla vista. E, se abbiamo delle incertezze rispetto ad un percorso che non conosciamo bene, chiediamo informazioni all’autista o ai passeggeri.  Arrivati a destinazione, dopo aver eroicamente superato svariati ostacoli (gente che va in bicicletta o in motorino sul marciapiede o che parcheggia gli stessi in modo selvaggio, lavori in corso, pali e paletti vari non accuratamente segnalati ecc), giungiamo in ufficio e non ci accorgiamo che il collega ci ha salutati con un cenno del capo o con un sorriso.
Non rispondendo al saluto, spesso passiamo pure per maleducati!
Prendere un caffè alle macchinette? Altro problema! Spesso i nomi delle bevande sono scritti a caratteri troppo piccoli o a basso contrasto cromatico, per non parlare dei distributori di acqua e merendine, dove bisogna digitare un codice su un tastierino numerico. Applicare etichette in braille per i ciechi? Pare troppo complicato, anzi, sembra svilupparsi la mania dei touch-screem, persino per gli ascensori.
Anche il pranzo può diventare un’impresa. Non sempre si trovano colleghi disponibili a dare una mano, laddove la mensa è a self service.
Il rientro a casa, soprattutto nella stagione invernale, può presentare maggiori difficoltà a causa della combinazione tra scarsità di luce naturale, lampioni accesi e abbagliamento da fanali. La pioggia confonde i rumori disorientandoci, la neve e la nebbia annullano ogni nostro punto di riferimento.
Oltre alle problematiche che affrontiamo recandoci al lavoro, vi lasciamo immaginare quelle incontrate quando ci si reca da soli in un ufficio pubblico,  a fare la spesa in un supermercato, dal medico o in banca.
Spesso, se siamo ipovedenti, per orgoglio o per vergogna tendiamo a mascherare i nostri limiti, quindi la gente non si accorge che abbiamo bisogno di una mano. Anzi, se viene a sapere che godiamo di indennità e pensioni si indigna e ci accusa di essere falsi invalidi quando ci vede abbastanza autonomi.
Molti di voi ignorano che tali provvedimenti economici sono regolamentati dalla legge 138/2001 che tiene conto non solo del residuo, ma anche del campo visivo. Per farvi un esempio, chi di noi  ha un visus abbastanza buono, riesce a leggere il giornale, nonostante nel suo campo visivo rientrino solo un paio di parole alla volta. Vi garantiamo che questa situazione non è per niente piacevole! Non possedere una visuale  totale di ciò che ci circonda ci porta in molti casi ad avere incontri ravvicinati con pali, cartelloni pubblicitari, bidoni dell’immondizia, specchietti retrovisori delle auto parcheggiate fuori posto e molto altro; per noi i lividi e i rischi sono all’ordine del giorno. In questi ultimi anni, fortunatamente la tecnologia ci è venuta in soccorso. Ormai su tutti i dispositivi mobili e fissi è possibile installare programmi vocali o ingrandenti che ci permettono di accedere al web, alla posta elettronica, agli sms e ai vari social network. Quindi non c’è da stupirsi se anche un disabile visivo gestisce autonomamente il suo profilo Facebook o Twitter.
Addirittura, tramite dispositivi GPS e navigatori satellitari parlanti siamo in grado di  rilevare la nostra posizione per strada e   di raggiungere un determinato luogo prefissato.
Anche per lo svago e lo sport possiamo avvalerci di diversi supporti, come ad esempio carte da gioco scritte in braille, apposite scacchiere in rilievo, palloni sonori per calcio, showdown (una specie di ping pong) ed altro, e,      con  l’aiuto di persone vedenti, risulta persino fattibile sciare, fare vela, scherma, andare in tandem o fare il navigatore nelle gare di rally.
Per quanto riguarda l’autonomia personale, esistono dei corsi di mobilità e orientamento che insegnano come muoversi per strada, e corsi di autonomia domestica per la gestione della casa. Anche qui disponiamo di strumenti parlanti o acustici, alcuni dei quali  piuttosto costosi: bilance, termometri, timer, dispositivi che individuano i colori,  sensori che rilevano la presenza di luci accese o fuoriuscite di gas. Laddove non esistono apparecchiature idonee sono l’abitudine e la manualità a permetterci di compiere azioni apparentemente troppo impegnative o pericolose. Con questo scritto abbiamo voluto semplicemente farvi conoscere la realtà nella quale ci muoviamo e operiamo quotidianamente, attraverso le nostre risorse personali, l’intuito  e la buona volontà,  ed utilizzando  alla pari degli altri le tecnologie e le tecniche che ci vengono offerte. Ci dissociamo totalmente da chi si finge cieco per godere di ciò che non gli spetta mettendo in dubbio la credibilità della nostra categoria.
Altresì condanniamo quelle commissioni che con troppa facilità consentono il riconoscimento di tale stato con relativi benefici economici.
Chiediamo che i giornalisti, prima di pubblicare certe notizie sensazionali, si accertino della veridicità delle cose. Fornire informazioni corrette dovrebbe essere il principio fondamentale del loro lavoro. Ormai sono finiti i tempi in cui i portatori di handicap visivo (e i disabili in generale) se ne stavano chiusi in casa seduti sul divano accuditi in tutto e per tutto dalle loro famiglie. Ora siamo cittadini del mondo, lavoriamo, studiamo, viaggiamo, ci divertiamo e ci impegniamo a livello sociale con dignità ed abnegazione. Questa dimensione, sconosciuta ai più,  non deve spaventare o essere giudicata sulla base di fatti che fanno clamore e che rovinano la nostra immagine
Sul territorio italiano, quasi in ogni città, esiste una sezione dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti alla quale ci si può rivolgere per avere maggiori informazioni.

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