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UNA VOLTA DA RAGAZZINO

Me ne stavo appartato in un locale al tavolo con qualche adulto e un altro amichetto forse.
Stavamo composti e silenziosi circondati da altre tavolate di persone che altrettanto ordinatamente attendevano in quel ristorante o probabilmente pizzeria. Non che ci fossi stato tante volte, avrò avuto del resto, 6 o 7 anni.
I miei nonni avevano un’osteria e spesso sgattaiolavo nel cinema giusto al di là della strada. Questo solo per indicare che, anche se bimbo, stavo in mezzo alla gente e ne conoscevo, o meglio, ne osservavo i comportamenti.
Non avevo mai visto nulla che andasse oltre la normalità, anche perché ero benvoluto, coccolato e sorvegliato. Erano sempre risate, chiacchiere e discussioni nella più esemplare delle normalità. E forse, tornando velocemente a quel locale, ricordo che tutti posarono l’orecchio sull’esterno del cortile, del parcheggio dove si sentì chiaramente lo stridere di una frenata di un’auto in arrivo: le gomme, i pneumatici sull’asfalto. Questo creò un clima d’attesa in tutti noi all’interno; lo vedevo sul volto di tutti coloro che occupavano la sala. Poi lo sbattere violento di una portiera generò il silenzio: gli sguardi di tutti fissavano l’entrata….
Comparve un solo uomo con una maglia e una giacca aperta, vestito leggero… considerando il freddo. Non degnò nessuno di uno sguardo e al cameriere o padrone che gli si fece incontro indicò freddamente e con distacco glaciale un tavolo vicino alla finestra, come dire: dammi quel dannato tavolo. Tre passi, lo raggiunse e togliendosela mentre lo raggiungeva gettò la giacca sulla sedia. Poi, senza dire una parola, accese una sigaretta. La nuvola azzurra del fumo mi riporta ancora a quel giorno. Non ricordo ne i tratti del volto ne alcunché. Solo il suo atteggiamento anomalo e fuori dalle righe. Certo, avevo 7-8 anni ma anche oggi, come allora, mi viene da chiedermi; ma chi era? Chi eri? Un uomo arrabbiato, deluso, forse solo un maleducato e strafottente o, forse, oggi come allora, un uomo diverso e non ordinario, in una conformità allargata in un conformismo che oggi è lo stesso, seppure all’opposto come allora? Chissà chi eri e cosa pensavi… Forse assolutamente niente, al di sopra di tutti e anche del tutto.
Enrico Savoldi

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