Umile, paziente, riservato, cortese, premuroso, silenzioso, laborioso passava per le vie del paese delicatamente ammiccando un sorriso rispondendo ilare alle domande, facendo ironia sulla sorte che la vita getta con dovizia su particolari cammini intrisi di sofferenza di sacrifici, di sogni inseguiti con le ali spiegate.
Nei ricordi d’infanzia, energico e vitale pronto a prestarsi disponibile nonostante i problemi di salute che da sempre l’hanno attanagliato dall’alba al tramonto, dopo il lavoro a sistemare per ornare, fare bella la propria dimora assieme alla sposa, infaticabile collaboratrice lo affiancava serena. Nella senilità, giorni segnati dalla malattia, sofferenza e tedi senza mai perdere la serenità d’animo. Al mattino al camposanto, lo incontravo, traballante andava per un saluto ai cari con sguardo vago, lasciava correre la vista all’infinito.
In un giorno di vento, odoroso, carico di rosa zuppo di lillà, sorella morte ha bussato con tocco leggero trascinandoti seco le tue braccia protese all’Altissimo, sorrette dalla gioia e dalla fede, accolte da materne braccia or già dimorano nella pace eterna. Anche a te un grazie per le delicatezza e l’onestà esempio di padre amorevole, di fedele sposo, di anima bella, trasvolata, andata ad abbellire come fiore delicato l’eterno.
Milena, la mamma di Vittoria e Celeste