Ogni Natale è di per sé unico, la differenza che distingue l’uno dall’altro solitamente è data dalla presenza o meno di persone care e visto che mia Madre è venuta a mancare a metà novembre, questo che sta per arrivare, sicuramente sarà un Natale alquanto particolare. Ho sempre nutrito nei confronti di mia mamma un enorme affetto anche da adulto, forse perché in realtà sono rimasto un bambinone, ogni tanto lo sottolinea perfino mia figlia: “papy, quand’è che ti comporterai da grande ?” – Ma come si comporta un vero uomo ? Esiste un manuale d’istruzioni od un giusto grado zuccherino per definire una persona matura ? Bisogna mettere da parte l’ironia per essere delle persone posate? Mia mamma ha sempre indicato la giusta strada con il suo ineccepibile percorso di vita, anche con l’aiuto di qualche scappellotto, d’altronde a volte ne combinavo di veramente grosse, questa nostra particolare complicità, aveva fatto accrescere tra noi un grandissimo legame affettivo; mi ricordo bene quando a 8 anni gli ho chiesto di firmare un contratto che così recitava: “essendo la mano sinistra munita di pesante Vera, essa non può essere utilizzata come mezzo di offesa sul mio tenero faccino, perciò, eventuali sberle saranno somministrate usando solo la mano destra” – quando gli ho chiesto di leggere e firmare il foglio, mia mamma se’ fatta una grande risata e poi: “io non vorrei usare né la sinistra né la destra, ma a volte le combini troppo grosse, mi fai imbestialire” – strinse la mia testa contro di sé, fu un gesto amorevole che ho sempre ricordato; una volta l’educazione era impartita dai genitori ai figli con un certo distacco, gli abbracci ed i baci una straordinaria rarità, ed io quel momento lo porto ancora nel cuore.
Nell’ultimo decennio, avendo un po’ più tempo a disposizione, ho cercato, almeno la domenica pomeriggio, di stare un po’ con mia mamma, essendo una grandissima appassionata di Presepi di qualsiasi tipo e genere (viventi, meccanici ecc.) in dicembre e gennaio la portavo con la mia famiglia (moglie, figlia e molte volte anche mia sorella) a visitare i più caratteristici, oltretutto era un modo per assimilare maggiormente l’atmosfera Natalizia, rinfrancare lo spirito (aggiungo pure: fertilizzare l’anima). È stata epica la visita, ormai di parecchi anni fa, al Presepe di Borgo San Giacomo (non alla frazione Motella), era allestito in una vecchia ma suggestiva Chiesa in disuso, ora ritenuta non più sicura, già di per sé l’ambiente così particolare, sacro e tetro nel contempo ma sapientemente illuminato da migliaia di allegoriche lucine, riusciva a farti anelare una atmosfera magica, confezionando uno spettacolare sfondo che risaltava ancora maggiormente la bellezza di quei già meravigliosi personaggi forgiati artigianalmente da mani appassionate.
Mentre lentamente procedevamo lungo il percorso stabilito, ci siamo trovati alle spalle di un anziano signore che dopo aver commentato a voce alta: “a queste statuine manca solo la parola”, si chinò per meglio ammirarle ed in quel momento lasciò partire un’autentica cannonata, una deflagrazione che mi ha fatto drizzare i capelli… quando ho guardato mia figlia, si è messa a ridere a tal punto da finire in ginocchio, io le ho detto di contenersi per non mettere in imbarazzo l’anziano uomo, poi guardo mia moglie e mia mamma che con le mani si coprivano il viso, non riuscivano a trattenersi; procediamo dietro al cannoniere finché non si abbassa per ammirare la Natività, e lì, vaccocane, un’autentica bomba, una scarica apocalittica, è evidente che l’anziano avesse enormi problemi intestinali oltre che uditivi per non sentire i suoi giganteschi spari; mi sono rivolto alle mie donne affermando: “Povero Bambinello, già deve sopportare l’alito del Bue e l’Asinello, se poi si aggiunge il culo di questo signore, come minimo muore soffocato” – così dicendo ho invitato la coppia dietro noi ed il loro ragazzino ad andare avanti, io e la mia famigliola preferivamo distaccarci dal torpediniere, infatti quando il malcapitato trio è stato a tiro del suo retro, è partita un’altra saetta, allora il capofamiglia (sulla quarantina) è venuto verso di me: “adesso ho capito tanta generosità nel lasciarci passare avanti”.
Abbiamo così aspettato assieme a loro che lo sparapeti finisse il suo giro prima di proseguire. Questi episodi così strani, particolari, ironici che la vita ci offre, servono a far sì che una normale visita ad un Presepio diventi una giornata assolutamente unica; a distanza di anni quando ricordavo questo episodio a mia Madre, rideva ancora come una matta.
Quando il giorno di Natale saremo tutti riuniti attorno al tavolo (di ritorno dalla Santa Messa) e la cosa più evidente sarà il posto vuoto lasciato da mia mamma, penserò a tutti quei fatti distintivi trascorsi assieme che tanto ci hanno divertito, si perché è con quel suo stupendo benevolo sorriso che me la voglio ricordare, sperando che riesca ancora a darmi qualche scappellotto quando farò stupidaggini troppo grandi, usando però la mano destra; la sinistra ha una Vera troppo pesante.
Giordano