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Un mondo di buoni sentimenti… virtuali?!?

Penso ai milioni di iscritti a Facebook che ogni istante, ogni ora, ogni giorno, riversano sui propri profili, vagonate di buoni sentimenti, amore, rispetto, gentilezza, indignazione per le ingiustizie. Si direbbe lo specchio di una società dove l’esercito dei buoni, dei gentili, dei giusti, combatte una guerra impari contro pochi ma agguerriti cattivi. Un mondo di buoni sentimenti, forse solo virtuale, forse solo finto, forse solo un altro mondo. Mi ritrovo a fare questi pensieri leggendo quanto accaduto qualche giorno fa ad un giovane ragazzo di Cuneo, ipovedente. Accompagna un’amica a casa con un bus urbano e decide di non portarsi il suo cane guida.
Ma sbaglia i conti con gli orari dei bus e si ritrova, praticamente di notte, solo, distante da casa senza sapere come farvi ritorno. Cerca di fermare qualche automobilista, chiedere un passaggio, ha anche una faccia da bravo ragazzo, ma nessuno si ferma. Passa il tempo, la paura e la disperazione aumentano. Le auto gli sfrecciano vicino senza rallentare. Come estremo tentativo tira fuori il tesserino dell’ASL sperando che qualcuno capisca che è solo un ragazzo bisognoso di aiuto. Ma nulla, in oltre un’ora, un migliaio di auto, con a bordo migliaia di persone, passano davanti al ragazzo senza fermarsi. Ad un certo punto, forse la rabbia, forse lo sconforto, il ragazzo si butta in mezzo alla strada, forse così non potranno far finta di non vederlo.
Ma le macchine continuano a non fermarsi, cercano di schivarlo come fosse un bidone caduto da un camion. Molti rischiano di investirlo.
Qualcuno chiama il 113, correte c’è un aspirante suicida!!!
Arriva una pattuglia, capiscono al volo la situazione, l’umanità ritrova un volto nei due agenti poliziotti che, facendo uno strappo al regolamento, prendono a bordo il ragazzo e lo accompagnano a casa.
Qualcuno si chiederà cosa c’entra facebook con questa storia. Forse nulla o forse tutto, chiediamoci solo se nella vita reale di tutti i giorni, siamo veramente come cerchiamo di apparire nei nostri profili virtuali. O se invece facciamo tutti parte di una grande finzione.
Gianluca Boffetti

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