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UN COLLEGAMENTO TRA BERGAMO E LECCO: SPECIALE CALUSCO D’ADDA (BG)

Vicino ad un passaggio cruciale del suo percorso storico, Calusco d’Adda è uno dei paesi di riferimento per la zona tra Bergamo e Lecco e merita uno speciale approfondimento.

Situato ai margini occidentali della provincia bergamasca, sulle rive del fiume Adda e compreso nella zona chiamata isola bergamasca, Calusco d’Adda si espande per poco più di 8 chilometri quadrati e dista circa 16 chilometri a ovest dal capoluogo orobico; si suddivide in sette Contrade:
Baccanello, Calusco Centro, Capora, Luprita, Montello, Torre, Vanzone.

A livello di relazioni internazionali, vanta un lungo sodalizio di gemellaggio con Volm range-les-Mines, un piccolo comune franc se situato nel dipartimento della Mosella.

L’ISOLA BERGAMASCA
Calusco d’Adda è uno dei 21 comuni della cosiddetta “Isola Bergamasca”, una porzione del territorio provinciale di Bergamo a forma triangolare, la cui base è rappresentata, a nord, dal monte Canto, mentre i due lati sono rappresentati dai fiumi Brembo e Adda, con il primo che si fonde nel secondo, delimitando la zona e dando ad essa, appunto, il nome di isola.


IL FIUME ADDA
Il fiume Adda, Il cui nome deriva dal celtico “Abdua” e significa “acqua corrente, con un percorso lungo circa 313 chilometri, attraversa, in parte, anche il territorio comunale di Calusco. Si tratta del quarto fiume italiano per lunghezza e il sesto per ampiezza di bacino.

CENNI STORICI DI CALUSCO D’ADDA
La tradizione vorrebbe che Calusco e Vanzone esistessero già nel III secolo dopo Cristo e che il militare romano Fedele, fattosi cristiano ed imprigionato, nel 297 d.C., in fuga, avesse raggiunto Calusco, dove avrebbe evangelizzato la popolazione distruggendo un idolo pagano e piantando una croce ove poi sorse la vecchia parrocchiale. Portatosi poi verso il lago di Como, a Sommolago fu catturato e decapitato il 28 ottobre del 298 d.C., sua festa liturgica.
Sulla base di tale storicità, l’attuale Chiesa parrocchiale, edificata nella seconda metà dell’Ottocento, è ancora oggi dedicata alla memoria e alla venerazione di San Fedele. Progettata dall’architetto Antonio Preda, risulta di fondamentale riferimento per il suo caratteristico cupolone, visibile da molto lontano, alla cui cima svetta la statua dedicata alla Madonna Immacolata.

In effetti, nella seconda metà del XX secolo furono trovati resti di epoca romana anche se probabilmente le origini sono ancora più remote, data la sua collocazione su un’importante via di transito verso il Milanese ed il Comasco. Il nome Calusco compare sin dall’871, in pieno periodo carolingio.
Sappiamo che almeno dall’XI secolo il monastero di Sant’Ambrogio in Milano esercitò diritti signorili su Calusco e verso la fine di quel secolo si sviluppò la signoria dei domini di Carvico-Calusco, che estesero il loro potere sul territorio di questi due paesi. Nel XII secolo questa famiglia passò la signoria su Calusco al Capitolo della cattedrale di Sant’Alessandro in Bergamo.
Con il XII od il XIII secolo anche a Calusco nacque un Comune facente parte del distretto di Bergamo, l’antenato dell’attuale provincia, che costituiva una specie di piccolo stato, controllato dal Comune di Bergamo. All’inizio del XIV secolo, dopo il periodo comunale la città e con essa anche Calusco passò sotto la signoria dei Visconti e dal 1428 entrò a far parte della Repubblica veneta.

Nel 1509 Calusco venne saccheggiato dalle truppe francesi che giunsero dal vicino ducato di Milano.
Nel 1630 la peste imperversò anche a Calusco ed i malati si ritirarono nella ripa dell’Adda, nella zona dei Verghi, molti spirarono e furono ivi sepolti.
Nel 1797 cessò di esistere la Repubblica veneta e si ebbero le repubbliche giacobine e poi il Regno napoleonico (1805), la dominazione austriaca (1815-1859) e, nel 1861, il Regno d’Italia. Anche Calusco partecipò alle due guerre mondiali e durante la seconda ci furono vari tentativi di bombardare il grandioso ponte sull’Adda.
Il 1° luglio 1889 venne aperta la ferrovia della linea Bergamo-Seregno, con stazione anche a Calusco.
Fra XIX e XX secolo ci fu un forte sviluppo industriale che portò anche alla realizzazione di due centrali idroelettriche sull’Adda: Bertini (1896) e Semenza (1920), del Cementificio Italcementi (1905) e della Fornace (1919).

LA CENTRALE IDROELETTRICA
All’interno del territorio del Parco Adda Nord, di cui Calusco d’Adda fa parte, si distinguono, quale esempio di intervento urbanistico legato all’industrializzazione ottocentesca, le quattro storiche centrali idroelettriche sul fiume, tra cui la Centrale Semenza. Situata in territorio caluschese, nei pressi della diga di Robbiate, sulla sponda sinistra del fiume Adda, la Centrale Semenza, dal punto di vista architettonico, si armonizza molto bene con l’ambiente circostante grazie al rivestimento in ceppo dell’Adda, una particolare formazione geologica costituita dai depositi fluviali pleistocenici.

IL PONTE SAN MICHELE
L’infrastruttura più significativa di Calusco d’Adda è senza dubbio il ponte di ferro, conosciuto come Ponte di San Michele.
Collegamento essenziale tra le province di Bergamo e di Lecco, nonché tra i comuni di Calusco e di Paderno d’Adda, è riconosciuto universalmente come uno dei simboli dell’archeologia industriale italiana ed è stato inserito, nel 2017, tra le candidature per il riconoscimento da parte dell’Unesco, quale patrimonio dell’umanità.

CHIESE, MONASTERI E CONVENTI
Abbiamo già accennato alla storia della vecchia chiesa di San Fedele, ma dobbiamo anche sottolineare che l’edificio venne più volte ampliato, consacrato una prima volta l’8 dicembre 1510 ed una seconda pare l’8 dicembre 1625 per essere poi nuovamente ampliato nel 1785. Venne decorato con affreschi di Antonio Cifrondi. Vi si trovavano sculture di Antonio Maria Pirovano (1794-1770) ed alcune opere dei secoli XVI-XVIII, alcune delle quali della scuola del Rubens, poi traslate nella nuova Chiesa tra cui due angeli intagliati di Carl’Andrea da Arona (1696). La chiesa venne dismessa e nel 1975 definitivamente trasformata in edificio civile, ma conserva ancora la base del campanile medioevale. La nuova chiesa di San Fedele fu edificata dopo che nella seconda metà dell’Ottocento si rese necessaria la costruzione di una nuova e più ampia chiesa parrocchiale. L’incarico della progettazione venne affidato all’architetto Antonio Preda di Ponte San Pietro. La prima pietra venne posta il 24 luglio 1864 dal vescovo Pietro Luigi Speranza. Venne consacrata il 7 dicembre 1886 da Pietro Carsana, vescovo di Como e già parroco di Calusco ed ornata da affreschi di Luigi Galizzi del 1881 e da stucchi di Costante Moscheni e dei fratelli Rigamonti di Bergamo. All’interno, oltre alle opere della vecchia chiesa, conserva statue di Giacomo Manzoni, tabernacoli di Costante Manzoni, stucchi del De Carlini di Milano, letturino del coro, confessionali, usci in noce sulle porte laterali di Pietro Salvi di Almenno San Bartolomeo, oltre ad un organo di Adeodato Bossi del 1885. L’altare maggiore venne realizzato dalla ditta Paleni nel 1895 con pietre donate dal Papa. Nel 1960 i finestroni furono decorati dal pittore Claudio Nani. Nel 1876 venne realizzato lo scurolo dedicato alla Madonna del Cenacolo. La grande cupola, coronata dalla statua dell’Immacolata, è visibile da grandi distanze.
La chiesa di San Michele di Verghi venne fondata oltre un millennio fa presso l’Adda, in prossimità di alcuni corni di roccia e demolita nell’ottobre 1575. Alla fine dell’XI secolo i Signori di Calusco fondarono in quel luogo un monastero in onore della Santissima Trinità, donando le chiese di San Salvatore, San Michele e Sant’Eusebio. E’ interessante la dedicazione alla Trinità in rapporto ai titoli longobardi e forse ariani di San Michele e San Salvatore. Primo priore ed istitutore della chiesa e del monastero fu Nazario, presbitero e monaco, che il 24 marzo 1099 donò il tutto al Papa, che nel 1132 lo donò, a sua volta, ai Canonici di Sant’Alessandro in Bergamo. Ancor’oggi restano le fondamenta della piccola chiesa absidata di circa 12.50×8 metri ed alcune tracce di murature sullo spuntone di roccia adiacente, pertinenti agli edifici del monastero.

Nel 1836 venne costruita la nuova cappella dei morti della peste, sepolti nei dintorni e che si vede ancor’oggi, con all’interno alcuni affreschi.
La chiesa di San Giuliano ora detta Santa Maria Bambina di Vanzone, citata dal 1260 circa, nel XIV e XVII secolo aveva il suo chierico.

Dopo vari rifacimenti nel 1769, venne riedificata all’incirca nelle forme attuali. Anch’essa conserva al suo interno interessanti opere d’arte, fra cui tele di Gaetano Peverada (1742-1819).

La chiesa di Sant’Eusebio, fondata nel castello di Calusco, citata nel 1099 e 1132, scomparve precocemente. I documenti parlano anche di una chiesa di San Salvatore, citata dal 1199 al 1126, che appare legata a San Michele, anzi sembra che abbia fatto un corpus unico con la stessa.

Citata sin dal XVI secolo, anche se probabilmente antecedente, è la chiesa di Santa Maria Assunta a Baccanello. Presso di essa i conti Colleoni decisero di fondare un convento di Frati minori; già nel 1597 contattarono i Frati di Santa Maria delle Grazie in Bergamo e nel 1605 si iniziò la costruzione del convento, concluso nel 1609. Nel 1618 iniziò l’ampliamento della chiesa, che venne decorata da una Madonna e Santi di Francesco Zucchi (1570/1575-1627) e consacrata dal vescovo Federico Cornaro il 22 aprile 1625. Nel 1638 furono poste nel coro due tele del cavalier Giovanni Barberini e nel 1706 una tela dell’Assunta, opera di Francesco Dossi di Terno. Nel 1725 venne costruita la cappella di San Pietro d’Alcantara, mentre l’organo di Francesco e Giovanni Bossi risale nel 1780. Il convento venne soppresso nel 1797, riattivato fra il 1800 e il 1810, nuovamente soppresso e riattivato nel 1888-1890. A questo convento fu particolarmente legato Angelo Giuseppe Roncalli, poi papa Giovanni XXIII.
Dal 1304 troviamo poi citata la chiesa di Sant’Ambrogio, alla Torre, fatta ricostruire dal conte Francesco Colleoni nel 1757-1759 in quanto annessa al suo palazzo. Nel 1944 le Suore che erano entrate in possesso di parte del palazzo, vi ricavarono la cappella di Santa Maria Consolatrice.
(Fonte: www.comune.caluscodadda.bg.it)

LE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO
Al fine di riconoscere, valorizzare e favorire le libere forme associative e l’azione di Enti e Istituzioni pubbliche e private che operano, senza finalità di lucro, sul territorio di Calusco d’Adda per il pubblico interesse e lo sviluppo della vita cittadina, il Consiglio Comunale, nel 2009, ha approvato il Regolamento dell’Albo delle associazioni, enti, istituzioni ed ha istituito la Consulta delle Associazioni. Le Associazioni iscritte all’Albo comunale possono richiedere di aderire alla Consulta delle Associazioni dopo un anno di attività sul territorio.

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