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TUTELARE GLI ANIMALI DEL CIRCO

Leggiamo su “La Nazione del 12 dicembre”, in occasione dell’attesa Firenze del circo di Moira Orfei, l’articolo di Lorenzo Moroni che mette in risalto la “dura vita dei circensi” per colpa di molti cittadini animalisti e dimenticando che la vera vita dura la vivono gli animali. L’affermazione si sostiene soltanto se consideriamo gli animali oggetti, cose, macchine ma poiché sono invece “soggetti di una vita”, essere sfruttati, maltrattati, alienati, è per loro sofferenza. Su questa sofferenza i circensi guadagnano. In una società culturalmente avanzata ciò non è ammissibile e giustificarla come “tradizione secolare” significa anteporre l’oscurantismo all’evoluzione. Studiare la tradizione a scuola o all’Università non attribuisce alla crudeltà un valore, anzi, ne determina un’aggravante, la genuflessione della conoscenza agli interessi particolari. Il presidente dell’Ente circhi si avvale di una terminologia di comodo quando parla di “furore ideologico” degli animalisti (francescanamente rispettosi dei loro fratelli minori). Ma l’idea o l’ideale non è l’ideologia, la stella polare non è il lampione sotto casa, il valore non è l’interesse, la prepotenza non è il diritto, l’altruismo non è l’egoismo. Il circo viene sempre presentato come un mondo magico dove gli animali vengono trattati “in maniera egregia”. Si rafforza questa ipocrisia ricordando poi che sono animali nati in cattività, come se per questo fossero meno animali, come se le caratteristiche etologiche, biologiche innate si fossero cancellate, come se un uomo nato in prigione fosse meno uomo e preferisse la prigionia alla libertà. Dietro la facciata imbiancata del circo si nascondono grandi imprese commerciali, abbondantemente finanziate grazie ad una miriade di provvedimenti legislativi. Infatti, nonostante gli incassi dei circhi siano crollati, il finanziamento pubblico è quasi pari a loro incasso annuo. Un’impresa fallimentare a carico dei cittadini! Un’impresa fallimentare che sfrutta gli animali con metodi iniqui. Vogliamo che gli spettacoli circensi usino soltanto l’intelligenza, la fantasia, l’abilità umana come il prestigioso Cirque du Soleil che da solo incassa più di tutti i circhi italiani messi insieme. Oltre alle gabbie e alle catene, ai lunghi viaggi in strette celle, alle temperature non consone, sono state documentate le brutali tecniche di addestramento degli animali tese a condizionarli con la violenza fisica e psicologica: ripetute percosse, frustate, pungoli, uncini, scariche elettriche. Il risultato è un automa, costretto a sottostare al gioco della brutalità. Gli elefanti, per esempio, sono legati da complessi rapporti sociali che si annullano all’interno di un circo dove vengono legati a doppia catena corta e costretti a movimenti stereotipati con ossessive oscillazioni della testa. Un elefante addestrato risponde ai segnali di un asta acuminata spesso collegata a batterie elettriche dopo essere stato picchiato con spranghe di metallo sulla testa, sulle orecchie e sulle zampe con tutta la forza che un domatore possiede. Pertanto, sosteniamo tutti coloro che si oppongono a uno spettacolo crudele e che il TAR bocci i vari ricorsi significa soltanto che non può fare diversamente in quanto l’attuale legge nazionale consente l’attendamento dei circhi. Le proteste continue dei cittadini rappresentano il bisogno di etica e di cultura, il riconoscimento dei diritti degli animali dichiarati dal Trattato di Lisbona “esseri senzienti” e quindi la revisione dell’attuale normativa con la promozione dei circhi senza animali. La LAV si è fatta promotrice di una Proposta di Legge che, tutelando i lavoratori circensi, si propone di eliminare l’uso degli animali. Nonostante l’appoggio di oltre 150 parlamentari, l’avallo di centinaia di migliaia di firme di cittadini, il sostegno di 150 fra consigli comunali, provinciali e regionali, tale proposta non è mai arrivata al voto. Non bastasse, oltre 600 psicologi hanno sottoscritto un documento dove si denuncia la preoccupazione per le conseguenze sul piano pedagogico, formativo e psicologico della frequentazione del circo da parte dei bambini per una sorta di educazione all’insensibilità insita negli spettacoli che vedono impiegati animali in situazioni irrispettose dei loro bisogni e delle loro caratteristiche di specie. La società umana avanzata, da tempo ha relegato tra i comportamenti brutali e indegni, fenomeni come lo schiavismo, il razzismo, il sessismo…..ecc. basati sulla prepotenza del forte sul debole, occorre che la strada intrapresa cancelli dal nostro orizzonte anche lo specismo. FONTE:PROMISELAND.IT

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