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THE QUIET GIRL

Scheda film

√ Nazione: Irlanda
√ Anno 2023
√ Genere: drammatico
√ Durata 95 min
√ Regia : Colm Bairéad
√ Interpreti principali
o Carrie Crowlewy
o Andrew Bennett
o Catherine Clinch

Titolo originale
√ An Cailín Ciúin

Plot

Léo (Eden Dambrine) e Rémy (Gustav de Waele) , 13 anni, sono sempre stati amici, fino a quando un evento impensabile li separa.

Trivia

Prima di intitolare il film “Close”, il regista e scrittore Lukas Dhont ha utilizzato il titolo provvisorio “We Two Boys Together Clinging”, tratto da un dipinto del 1961 di David Hockney che lo ha ispirato. Il titolo deriva originariamente da un verso di Walt Whitman tratto da ‘Leaves of Grass’ (1891-1892).

Best Quotes of

“If you were mine, I’d never leave you in a house with strangers.”

“Se fossi mia, non ti lascerei mai a casa di qualcuno che non conosci.”

“Camminiamo, e il vento bisbiglia sfiorando il bordo del secchio. Nessuna delle due parla, come fanno qualche volta le persone quando sono felici: appena mi viene in mente questo pensiero però mi rendo conto che è vero anche l’opposto “ , tratto da “Un’estate” di Claire Keegan

Awards
Berlin International film -2022 Premio Best Feature

Bafta Awars- 2023
Candidato Best film
not English language

Oscar – 2023
Nomination Best film n
ot English language

INTRO
“Non è la carne e il sangue, ma il cuore che ci rende padri e figli.”1

REVIEW
Il film “The Quiet Girl” è un spettacolo di sensibilità e finezza che ci introduce nella vita e nei pensieri di una bambina, “sentendo ed ascoltando” le sue emozioni e i suoi desideri più intimi.
La protagonista bambina del film, Cait non ha parole per descrivere il suo mondo, rimane in silenzio in un mondo “cieco” che non la sente. E’ un film fatto di pochi dialoghi e di molte parole non dette, ma che parla , e molto, con il linguaggio comune dei bambini, fatto di silenzi, gesti, attenzioni, sguardi.

Il film è tratta dal racconto “Foster” di Claire Keegan apparso per la prima volta sul New Yorker nel 2009 e pubblicato in Italia solo nel 2023 dopo il successo del film. L’essere riconosciuta ed amata come una presenza speciale, anche se per una sola estate, e i dettagli, anche se piccoli e ripetitivi, o forse soprattutto se “insignificanti e quotidiani”, fanno la differenza nella vita delle persone.
I figli sono un dono e lo sono anche i genitori, quei genitori che amano i propri figli in modo incondizionato, non scontato.
Non è scontata la cura, la sensibilità, il rispetto per un figlio che non ha chiesto nulla se non di essere amato.
I legami affettivi che aiutano un bambino a crescere non devono essere per forza quelli di sangue, ma sono quelli legati alla loro cura e all’affetto dell’altro. Si diventa padre biologico in un attimo, ma un padre dell’anima2 è eterno, il cui cuore cammina fuori dal suo corpo e, segretamente, pulsa nel cuore di suo figlio.
“Un padre vorrebbe essere un nido per i suoi figli piccoli, che li proteggesse e ondeggiasse dolcemente sul ramo di un albero al ritmo di una ninna nanna. Chiaro riferimento ai “figli dell’anima” e alla famiglia Queer di Michela Murgia e felicità riempe il cuore di un padre quando il figlio abbracciato al collo si abbandona e si addormenta ! Addormentato tra le braccia amorose, apprende che l’universo è un nido. Non importa che non lo sia, non importa che tutti i nidi siano destinati all’abbandono: l’anima non si alimenta di verità , l’anima si alimenta del cuore.”3

Desideriamo che quel momento dell’abbraccio e delle carezze non termini mai, che sia eterno. Non è possibile calcolare l’importanza di quel momento effimero nella vita di un bambino e nella vita di un padre e di una madre. L’effimero e l’eterno in un solo abbraccio!

“Vedere il mondo in un granello di sabbia e il cielo in un fiore selvatico, tenere l’infinito nel palmo della mano e l’eternità in un’ora”4 .

Ma presto il figlio crescerà e inizierà a camminare da solo, incerto e curioso. Quello che desidera non è libertà ma esplorare lo spazio sconosciuto e tornare al nido. Adesso non è il momento delle braccia del padre e della madre, cullati come in un nido affettuoso.
E’ il momento degli occhi: il figlio incerto esplora il mondo fuori dal nido, ma si sente sicuro se, da lontano, vede gli occhi del padre che lo protegge. Anche gli occhi sono un nido.

Il tempo passa e i figli hanno imparato a volare. Non hanno bisogno dello sguardo rassicurante del padre, non hanno bisogno delle braccia aperte. Adesso il nido è solo il punto di partenza per volare, liberi, in tutte le direzioni. Libertà e poi volare. Adesso il nido è un gabbia e i figli cercano lo sguardo del padre non per essere visti ma rassicurarsi che non continui a guardarli.
Ma devono tornare al nido, anche contro la loro volontà e il padre si tranquillizza e può finalmente dormire ad udire il rumore della chiave nella porta, “.. è tornato”.

Ma arriva quel momento quando il figlio parte per non tornare. Questo è il destino dei nidi: l’abbandono.

I figli non sono i nostri figli: i figli sono frecce, “Voi siete gli archi dai quali i vostri figli, come frecce viventi, sono scoccati”5 e l’arco resterà solo.
E’ la solitudine del nido che non è più un nido, ed è certo. I nidi finiscono di essere nidi perchè altri nidi verranno costruiti: i figli partono per costruire i loro nidi e a questi nidi faranno ritorno.

“I bambini sono come gli aquiloni; Insegnerai loro a volare, ma non voleranno il tuo volo. Insegnerai a sognare, ma loro non sogneranno il tuo sogno. Insegnerai a vivere, ma non vivranno la tua vita. Tuttavia, in ogni volo, in ogni sogno e in ogni periodo della loro vita, le tue tracce rimarranno per sempre.6 ”

Ci vuole coraggio per volare e lasciar volare. E non esiste strada più bella di questa.

… ma quello che vogliamo davvero è farli dormire di nuovo in braccio a noi.

1 Aforisma attribuito a Friedrich Schille – 2 Riferimento ai “figli dell’anima” e alla famiglia queer di Michela Murgia – 3 Rubem Alves, “Quando os filhos voam”
4 William Blake, aforisma – 5 Khalil Gibran, “Il profeta”- 6 Rubem Alves, “Quando os filhos voam”

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