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“TERREMOTO”

Un pallido sole riscalda
quell’ambiente ormai distrutto
e d’improvviso sprofondato
in un gelo straziante di morte,
sono gli occhi dell’animo
che piangono lacrime amare.
In quell’attimo oscuro
odo singhiozzi infiniti,
penosi rantoli erotti
dai muri offesi e straziati,
il sussulto del cuore
mentre invano cerco
rifugi incerti.
Chi potrà aiutarmi?
Gemito dolente al suo abbraccio
in un corpo ormai segnato
non diverso, disegni di barlumi
su un prato secco
cerco ancora i profumi
di speranze, nelle vie
sorridenti della carità
ove risiede l’alito di Dio.
Ulderico Capelli

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