Stamattina, uscendo di casa nel buio un po’ nebbioso, ero felice. In mano borse con pacchetti colorati, scambi natalizi tra colleghi. Ho sentito lo spirito leggero e gioioso del Natale, che fino a quel momento non si era ancora fatto vivo.
Lo so. Il Natale è un periodo difficile. Spesso rende insofferenti verso luminarie e affollamenti, cene rituali, riunioni familiari che scatenano tensioni e litigi, corse ai regali che si devono fare e che magari non si ha voglia di fare, o che non si ha il tempo o il denaro per fare come si vorrebbe. Spesso rende malinconici, tristi, nostalgici.
E segna il tempo che passa, i cambiamenti intervenuti nelle nostre vite. Per non parlare poi di chi è sofferente, nel corpo o nell’anima, e che sente così distante dai suoi stati d’animo lo spirito festoso e frenetico.
La gioia dei tempi d’infanzia si infrange contro la vita complessa e indaffarata di adulti.
I rituali natalizi nel tempo finiscono per svuotarsi di senso collettivo, però possono sempre essere riempiti di significato individuale.
Il Natale c’è, e ci dobbiamo fare i conti.
Meglio provare a farci pace, in qualche modo, e trovare il nostro senso personale.
Il mio è fatto di pensieri per le persone a cui voglio bene, e alcuni di questi si tramutano in piccoli doni. È fatto di scambi di pacchetti. È fatto di sobri pranzi familiari, di cene con amici, di calore.
È fatto di albero e presepe che la sera si illuminano. E’ fatto di passeggiate nel freddo, di tempi un po’ più rilassati anche per i libri e le foto.
Ecco, il Natale è soprattutto un po’ più di tempo per le persone e per le cose che amo fare. Purtroppo passa in fretta, sempre prima che abbia esaurito la lista dei desideri e dei progetti.
Stasera, però, mi godo le luci a intermittenza e il tempo che ha iniziato a rallentare.
sguardiepercorsi