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SOGNI

Vorrei fare una premessa. Io non condivido il pensiero freudiano riguardo i sogni. Mi sembra offensivo per la natura umana. Non penso che i sogni siano un processo inutile, danneggiante per la parte razionale delle persone ma non penso nemmeno che tutti i sogni sono manifestazione divina nell’uomo. Penso semplicemente e solamente che esistono molte cose di cui non abbiamo ancora una vera idea, che sono molto più complicate da quanto si possa presumere.
E i sogni premonitori che si avverano subito o dopo settimane, mese o anni?
Se fosse stato un semplice fato a realizzarsi, avremmo pensato ad una coincidenza, un po’ bizzarra ma pur sempre coincidenza.
Il vero problema sta nei dettagli, questi minuscoli particolari che pungono come spine il nostro conscio e ci fanno riflettere, porci domande senza poter trovare una risposta soddisfacente. I sogni sono un po’ come la vita, alcuni li ritengono casuali, frutto di un processo fisiologico, altri pensano che siamo noi a crearli in modo inconscio. In una cosa sono sicura: si può fare solo la strada senza raggiungere la meta, almeno non in questa vita.

Avevo 12 anni e camminavo su una stradina sterrata, sottile come filo di un rasoio. Da una parte ondeggiava un campo di grano.
Dorato, scintillava come oro puro, immenso si stendeva fino all’orizzonte. Azzurro e oro, celeste armonia di due colori di inestimabile regalità.
Dall’altra parte si stendeva un campo santo. Le tombe vicino alla via erano piccole, basse, forse per questo non avevo paura.
Ciò nonostante tentavo con tutte le mie forze di spingermi verso il grano, intuivo che bastava poco, pochissimo, un passo solo, per raggiungere la vetta bramata. Eppure non riuscivo, mi risultava impossibile, più mi sforzavo, più qualcosa fuori dalla mia portata mi spronava verso la direzione opposta. Alla fine successe quel che temevo: entrai nel cimitero e quelle tombe basse erano cresciute a dismisura, tanto da raggiungere persino le nuvole.
Mi trovai al centro di un mare di tombe: ero spaventata, smarrita, disperata. Non vedevo nessuno ma sapevo che fuori c’erano tante persone e sentivo le loro grida: “Vai verso Est, vai verso Est!”. Notai un enorme quercia secolare e decisi di raggiungerla non riuscendo in nessun modo ad orientarmi. Solo la vista di questo maestoso albero mi ispirava un po’ di sicurezza e di coraggio. Poi all’improvviso i ricordi sprofondarono nella nebbia della dimenticanza.
E rimasta solo un’amara percezione di insuccesso e sconfitta.

Stavo per compiere dodici anni, era la notte prima del mio compleanno.
Fuori era inverno, quegli inverni di una volta, nevosi, veri. I vetri erano addobbati con scarabocchi di gelo e il mondo sembrava uscito di una fiaba di Andersen.
La natura come sposa vestita di bianco, silenziosa, pensierosa, bellissima. Era notte anche nel mio sogno. Notte calda, estiva, soffocante. Salivo su una collina e camminavo lungo la riva di un fiume, controcorrente.
Percepivo una calma finta, era come se stesse per succedere qualcosa di importante, ma non sapevo che cosa. All’improvviso apparvero due sagome che scorgevo solo con la coda degli occhi. Erano due alte silhouette che sembravano umane ma non lo erano, almeno questa era la mia sensazione. Mi presero per le mani cominciando a tirarmi con forza, ognuno dalla sua parte. Lottavano e da questa loro lotta sentivo un dolore lacerante, straziante, ne prima, ne dopo ho provato in realtà un dolore così disumano, indescrivibile. Sembrava che nessuno di loro due potesse avere prevalenza e questo mi rattristiva immensamente. Poi qualcosa è cambiato. Da lontano vidi il viso di una giovane donna di indescrivibile bellezza ma un po’ malinconica, con la testa coperta da un velo nero. Sembrava nuotasse nell’aria, mi si avvicinava sempre di più. Nel momento in cui lei è apparve gli strani esseri scomparsero ed il dolore cessò.

Dopo di che mi svegliai provando una spossatezza come se avessi corso chilometri e chilometri. Ripeto, non posso rispondere a tante domande ma sono certa che una scintilla, anche se piccolissima, quasi impercepibile e di sicuro invisibile di chi è sopra di noi, è anche dentro di noi. Io ci Credo!
Dara Naumova

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