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SICILIA MERAVIGLIA

Perchè dici Milano e con le mani della tua memoria dipingi d’oro una piccola Madonna in alto sulle guglie, ancora con le nebbie delle cattedrali del lavoro. Perchè Firenze non è che cupole sui tetti, festa di muse e fiori, con corolle di merletti e Roma suona flauti di acque e beve il vino dei suoi tramonti agitando i pini dei suoi colli sul viso di angeli di marmo. Perchè Napoli non è che l’eco del Vesuvio di canti e di colori, un gran diluvio dove anche la miseria resta a galla e ride e balla sull’arca del candor di un Pulcinella. Perchè Palermo, allora, ed io lo grido, è l’aquila che ha covato nel suo nido l’uovo di piombo di quell’avvoltoio, il corvo alato l’ombra nera ha partorito, che ringhia, avanza viscida e melmosa per soffocare il fiato d’ogni cosa, per togliere il respiro ai gelsomini, soffocare di palme le esplosioni, pugnalare i cuscini di giardini, per rendere di polvere drogata il monte Pellegrino, per attaccare neri necrologi e gettare con un ghigno nella fogna l’oro del crogiolo di Minerva, la conca d’oro. Perchè, dico, piantare i chiodi dell’infamia nelle mani di un popolo che viene sulle strade a braccia spalancate per offrire il pane del suo cuore e fare del gesto dell’ospitalità un povero Cristo di pietà. Come spezzare le corde di un violino che vibra sotto l’arco della schiena nel canto all’abbondanza dei mercati. Sulla parete nera che avanza verso me, vedo freddi e distanti Piersanti Mattarella, Pio la Torre, Cesare Terranova Ciaccio Montaldo, Chinnici, Mauro Rostagno, Carlo Alberto dalla Chiesa, Rosario Livatino, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino. Le mani che cercano di fermarla, al centro le stigmate di piombo e nelle unghie lembi, soltanto i lembi di quell’abito di Giuda. Potesse un grido mio fermare quella colata d’ombra, fare scoppiar la gola, ma un giorno qualcuno griderà, qualcuno fatto di noi messi tutti insieme e l’urlo sveglierà la pace e strapperà le penne a quel rapace e l’ombra cederà alla virilità del sole gemendo di piaceri, tornerà la perla nella sua conchiglia e si dirà ancora SICILIA…MERAVIGLIA! Laura Casarini

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