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SI FA PRESTO A DIRE PRIMAVERA

Va bene, è primavera. La natura sboccia e non solo lei. È tutto un fiorire di foto, riflessioni, emozioni di rinascita. E va benissimo, ci mancherebbe. Piace anche a me, la primavera, nonostante non sia la mia stagione preferita.
Però, di fronte a tutti questi colori, quest’esplosione di vitalità, mi viene fuori uno spritello un po’ Bastian Contrario, che provocatoriamente riporta un po’ di attenzione sulle spine e non solo sulle rose. Non voglio essere fraintesa: non sono pessimista, negativa. Semplicemente mi innervosisco di fronte a visioni troppo univoche. Mi suona un campanello di allerta verso le posizioni troppo sbilanciate, in un senso o nell’altro.
Il bicchiere è contemporaneamente mezzo pieno e mezzo vuoto. E questo sguardo mi aiuta. Perché quando gli stati d’animo sussurrano visioni negative, la riflessione riporta motivi di speranza o di possibilità, seppur a volte minime. E quando le emozioni salgono verso vette troppo alte la riflessione riporta cautela, possibili problemi o rischi da prendere in considerazione.
A volte mi sento obiettare che così si perde di spontaneità, si appiattiscono le emozioni. Ma non è vero, non è questo che accade. Accade invece che reggendo la complessità, con tutte le sue sfumature, la vita si arricchisce. Non perde, ci guadagna. La complessità è una risorsa.
Quando guardo un quadro vedo un’ampia gamma di colori e sfumature: e non solo un colore non annulla l’altro, ma proprio dall’insieme che ne scaturisce nasce l’incanto.
La bellezza delle rose non è diminuita dalle spine, ma neanche annulla la possibilità di essere punti. Nella vita bisogna prendere il pacchetto completo. La primavera è bellissima, ma sono bellissime anche tutte le altre stagioni, ognuna con fatiche e pesantezze al seguito. Amo la complessità perché mi sostiene in qualunque momento di vita, felice o difficile che sia. E perché mi lascia piena di meraviglia a ogni sguardo.
Serena

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