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SCOPRI-AMO MONTICHIARI L’EX ORATORIO FEMMINILE

Serata interessantissima per l’ultimo appuntamento della stagione estiva 2024 a cura della Pro Loco Montichiari, presso l’ex Oratorio femminile, che ha tuffato soprattutto noi donne non più giovanissime nella nostra infanzia. Relatrice la storica Fernanda Bottarelli, che ha ripercorso la storia di questo istituto, intrecciata alla quotidianità dei monteclarensi fin dal 1890, anche con aneddoti sia commoventi che divertenti. Intense le letture a cura di Angiolino Filippini e di Adriana Mori con Roberto Lusardi; ottimo accompagnamento musicale del M° Stefano Vigani, chitarrista e voce solista, insegnante nella Scuola D’Archi Pellegrino da Montichiari, con brani famosi degli anni 60/70/ 80, molto applaudito anche perché ha piacevolmente coinvolto il pubblico a battere il tempo e cantare con lui.

Nel 1890 nella brughiera monteclarense si svolgevano le manovre militari. Gaetano Bonoris ospitò il Re Umberto I° di Savoia e da lui ottenne il titolo nobiliare di Conte. In ringraziamento, il Conte acquistò la Rocca, su cui costruì il Castello; il Teatro e lo stabile per un Istituto religioso per la gioventù femminile, che mancava a Montichiari. L’Abate Borsa aprì l’Oratorio con le Figlie del Sacro Cuore, già presenti a Carpenedolo; ne arrivarono 4 che insegnavano lettere, canto, musica, lavori di ricamo e cucito per il corredo e che rimasero per 40 anni. Durante la 1° Guerra Mondiale anche molti uomini monteclarensi furono mandati al fronte, molte famiglie erano in difficoltà economiche e le Suore aiutarono quelle più bisognose, che furono loro sempre riconoscenti.

Nel 1912 subentrò l’Abate Mons. Quaranta, uomo dal carattere sanguigno, progressista, che ebbe molti scontri con le suore.
Problemi che nel 1936 fecero prendere all’Abate la decisione di chiudere l’Oratorio. Per più di un anno cercò altre suore, soprattutto le Canossiane, già presenti in Borgosotto, dove nel 1932 avevano aperto l’asilo di S. Giuseppe e infatti nel 1937 ne arrivarono in Oratorio dapprima 4, poi altre 5. Fondatrice delle Canossiane fu Maddalena di Canossa, marchesa discendente da Matilde, nata a Verona nel 1774.

Nel 1808 accolse ragazze povere in difficoltà e nacquero le Figlie della Carità in molte città italiane. Morirà nel 1835 e nel 1888 sarà proclamata Santa. Le suore tennero per l’oratorio di Montichiari il nome precedente, Sacro Cuore: nei giorni feriali si occupavano dei bambini al di sotto dei 3 anni, la domenica pomeriggio accoglievano bambine e ragazze per giocare, insegnavano il catechismo anche ad adulti, mettevano in scena commedie sulla vita delle Sante.

D’estate seguivano le bambine nei compiti, insegnavano lavori per la dote; avevano una scuola di maglieria e sartoria. Durante la 2° Guerra offrivano scodelle di minestra ai poveri del paese. L’oratorio fu poi anche la sede del 1° Reparto femminile Scout della bassa bresciana; nel 1984 Mary Chiodelli formò la squadra femminile di basket; nacque pure una compagnia di attrici dilettanti che rappresentavano grandi drammi del 900, anche in “tournée” nelle frazioni monteclarensi. Nel 1990 l’Oratorio abbisogna di ½ miliardo di lire per la ristrutturazione e può contare sulla generosità della cittadinanza, anche tramite una grande lotteria.

Nel 2008 se ne vanno le ultime 3 suore canossiane, per mancanza di vocazioni; Mons Bertoni fa arrivare 3 suore indiane, ma rimangono poco. Con Mons Fontana l’oratorio diventa l’OASI dello spirito e infine con Mons. Cancarini diventa solo OASI (osiamo armonie spettacoli incontri) gestito da don Italo Uberti.

In questa serata si è respirata nostalgia per quegli anni, dove l’unico svago era proprio l’oratorio, tra giochi di squadra in ogni stagione, rosari recitati nel mese di maggio in cortile, seguite da suore più o meno severe, con pochissimi soldi in tasca per comprare un dolcetto…ma ecco che è tornato il sorriso a tutti i presenti, per la simpaticissima e graditissima sorpresa finale: Fernanda Bottareli ha scoperto un banchetto pieno di tutti i tipi di dolcetti che vendevano le suore al “butighì”: mentine, anicine, züc col limù, farina de móndoi, rodèle de liquirissia, stringhe e i famosi “disocupati”, omini di morbida liquirizia.

Grazie di cuore a lei per questo salto nel nostro passato povero ma sano e felice. Grazie alla Pro Loco per questi eventi che ci fanno scoprire sempre nuovi particolari di luoghi storici locali.
Ornella Olfi

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