Oltre all’immagine c’è di più. Molto di più. Sabrina Chiolerio si racconta così, facendo camminare fianco a fianco la sua anima e la sua immagine, superando quello che i social stereotipizzano in maniera sin troppo eccessiva. Seguita da più di 20mila persone, volto notissimo nel mondo dell’automotive e dei circuiti del Nord Italia, Sabrina ha deciso di mostrarsi al grande pubblico mettendo in gioco valori, coerenza, rispetto dell’intimità e contenuti che vanno ben oltre un semplice decolleté. Tanto le è bastato per “sconvolgere” il popolo dei social abituato a contenuti decisamente più effimeri.
Per te l’immagine è un linguaggio potente, ma che è solo una parte di un quadro molto più ampio. Puoi spiegarci cosa c’è “dietro” l’immagine per Sabrina Chiolerio e quanto sono importanti i valori nella tua vita?
Per me, l’immagine è un mezzo di comunicazione, un modo per raccontare chi sono e per far emergere la mia essenza. Ma è fondamentale ricordare che dietro c’è sempre una persona, e la mia persona è fatta di valori, scelte e coerenza. Ho una morale che mi guida, che mi aiuta a capire cosa vale davvero la pena condividere e cosa no. Questo per me è un punto fermo.
Ed è proprio per questo che, sul tuo profilo social, non c’è spazio per gli eccessi.
Ho imparato a proteggere la mia intimità, a rispettare i miei tempi e i miei silenzi. Credo fortemente che la vita privata non sia qualcosa da mettere in vetrina o da esporre agli occhi di tutti. La bellezza più grande, a mio parere, è nel vivere le cose con pienezza, anche lontano dai riflettori, nelle pieghe silenziose della quotidianità. È proprio lì, dove nessuno guarda, che si costruisce davvero la nostra identità e il nostro valore più autentico.”
Questa attenzione all’interiorità si riflette anche nelle tue passioni. Ci hai parlato dell’amore per la lettura e per la natura. Come ti aiutano questi momenti “solitari” a connetterti con te stessa e con i tuoi valori?
Nei libri trovo rifugio e stimoli profondi — nuove domande da esplorare, risposte che fanno girare la testa e visioni che allargano il mio modo di vedere il mondo. Camminare nella natura è invece la mia routine sacra: mi aiuta a ritrovare l’equilibrio, a far parlare corpo e mente senza che nessuno li interrompa. La mia quotidianità non è fatta solo di feste, party e socialità a ogni costo — anzi, amo stare da sola. Non perché rifiuti la compagnia, ma perché in quei momenti di solitudine riesco a entrare in contatto profondo con me stessa. È in quei silenzi che ascolto davvero i miei pensieri e le mie emozioni — senza distrazioni o giudizi esterni.
La solitudine non è mai vuota, ma piena di vita interiore. È un po’ come un corso intensivo di crescita personale a cui nessuno ti ha iscritto, ma che alla fine ti cambia davvero. Quei momenti mi aiutano a ricaricare le batterie, ritrovare il mio equilibrio e tornare nel mondo con la testa un po’ più lucida… sempre fedele ai miei principi. E poi, certo, ci sono altre passioni — quelle che tengo per me, perché ogni tanto un po’ di mistero fa bene all’anima.
Parliamo del tuo rapporto con i social media. Ci hai raccontato di una “pausa” e di una maturazione nel loro utilizzo.
Con i social ho avuto un rapporto fatto di entusiasmo iniziale, che poi si è trasformato in una presa di coscienza più matura e riflessiva. All’inizio, mi ci sono buttata con curiosità, con il desiderio di esprimermi, di condividere, di raccontarmi. Recentemente, però, ho deciso di rallentare e di concentrarmi su alcuni progetti a cui sto lavorando, che preferisco non definire ancora. Sono progetti e riflessioni che richiedono tempo e attenzione, e voglio dedicarmi a loro con serenità, senza distrazioni esterne. Ci sto lavorando sodo perché ci credo molto e voglio che abbiano il giusto spazio per crescere.
Cosa ti ha insegnato questo periodo?
Questa pausa mi ha insegnato molto. Certo, i social hanno lati meravigliosi, come la connessione, l’ispirazione e le opportunità che offrono. Ma c’è anche un’altra faccia: la pressione costante, il confronto continuo e il rischio di confondere il consenso con il valore intrinseco di ciò che siamo. Questa riflessione mi ha aiutato a riaffermare l’importanza di rimanere ancorata alla mia autenticità e ai miei valori, al di là delle dinamiche digitali.
Felicità, tristezza e piacere, come li leggi e come li spieghi?
La felicità non è una gara da vincere a tutti i costi, né uno stato da mantenere h24 — chi ce la fa? Per me è più quel raro momento in cui tutto sembra andare per il verso giusto: una passeggiata al tramonto senza inciampare, una chiacchierata sincera senza troppe complicazioni, o quel momento magico in cui riesco a stare in pace… anche se solo per un po’. Insomma, la felicità è riuscire a fare pace con il caos… e magari farlo con un sorriso.
La tristezza arriva quando perdo il contatto con me stessa. La lascio entrare, mi siedo accanto, e ci stiamo in silenzio. Tanto so che, prima o poi, qualcosa — o qualcuno — riesce a strapparmi un sorriso, anche se sto cercando disperatamente di restare seria. Perché la vita è così: fa la sua solita entrata imprevista — una frase, un incontro, un ricordo — e niente, finiamo a ridere. Drammatica sì, ma con riserva.
Il piacere, per me, è vivere con intensità e senza maschere — sentire davvero, emozionarmi, sbagliare, tornare indietro e ripartire, anche quando fa male. Vivere con passione significa rispettare me stessa, gli altri e tutto quello che mi circonda. Solo così posso essere davvero libera di essere chi sono, in pace con i miei valori più profondi. E se qualche volta inciampo, pazienza: è parte del viaggio.
Torniamo alla tua esperienza nel mondo dei motori dove, oltre al ruolo di immagine, ti affascina comprendere gli aspetti più tecnici.
Negli ultimi tempi mi sono immersa nel mondo dei motori, un universo dove non si parla solo di cavalli e velocità, ma di passione vera, precisione maniacale e una cultura che non lascia spazio a superficialità. Ho partecipato a shooting, eventi e collaborazioni, portando la mia esperienza nell’immagine in un settore spesso visto come “roba da uomini”. Ma vi dico: qui conta la grinta, lo stile e la personalità, e chi entra con autenticità trova spazio — perché il motore non guarda il genere, guarda chi ha il fuoco dentro. E questo, amici, è qualcosa che vale davvero.
Una donna che lavora nel mondo dei motori… come si riesce ad emergere senza snaturarsi?
Per me lavorare nel mondo dei motori attraverso l’immagine è unire due passioni grandi quanto un motore che ruggisce: la cura per l’estetica e l’amore per quel senso di movimento, energia e libertà che solo moto e auto sanno dare. Collaborare con professionisti, piloti, tecnici e appassionati mi ha fatto capire quanto l’immagine non sia solo bellezza, ma un vero e proprio linguaggio di emozioni forti, identità condivise e valori concreti come coraggio, determinazione e rispetto.
Per questo, nei miei progetti, non mi limito a valorizzare la forma esteriore, ma cerco di raccontare l’anima che si nasconde dietro ogni curva, ogni dettaglio cromato, ogni accelerazione. Qui estetica e funzionalità non sono in competizione, ma si sfidano per dare vita a storie di innovazione, fatica e dedizione.
E la mia attenzione ai valori è tutta qui: catturare non solo la bellezza, ma la passione e il rispetto che fanno girare questo mondo. Perché dietro ogni curva c’è una storia fatta di sfide, entusiasmo e quella voglia di non mollare mai.
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